A spasso nel Golfo: La Montagna Spaccata di Gaeta

di Krizia Celano

Tre fenditure della roccia e una scalinata di 35 gradini che conduce ad una profonda e suggestiva fenditura centrale, la quale secondo la tradizione cristiana, si sarebbe formata alla morte di Cristo: è il complesso della “Montagna spaccata“, situato nel Golfo di Gaeta a ridosso di Monte Orlando.

A destra della chiesa si percorre un corridoio scoperto con pareti caratterizzate da affreschi raffiguranti le stazioni della Via Crucis in riquadri maiolicati, opera di R. Bruno (1849): sotto ogni quadro i versi del Metastasio.

Lungo la scalinata che porta nelle viscere della montagna, lungo la stretta spaccatura di roccia, è possibile notare sulla parete di destra un distico latino con a fianco la cosiddetta “Mano del Turco”, la forma di una mano (le cinque dita nella roccia) che, secondo la leggenda, si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco miscredente si appoggiò alla roccia che miracolosamente divenne morbida sotto la sua pressione.

Difatti, nel IX secolo, ai tempi del Ducato di Gaeta, le navi dei saraceni trovavano rifugio tra le fenditure di questo strategico promontorio, pronti ad attaccare di sorpresa le navi in transito, al fine di depredarle dei loro carichi. Ancora oggi si pensa che il marinaio viva negli scalini a ridosso del mare; a tale proposito, il distico recita: “Un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita”.

Altre testimonianze visibili provengono dalla leggenda di San Filippo Neri: si pensa che egli avesse vissuto all’interno della Montagna Spaccata in un giaciglio in pietra noto ancora oggi come “Il letto di San Filippo Neri”, e che è possibile ancora oggi osservare.

La straordinaria bellezza del luogo e la suggestiva atmosfera hanno reso internazionale la fama della “Montagna Spaccata”, tanto d’essere meta di continui pellegrinaggi per i fedeli.

Il santuario della Montagna Spaccata di Gaeta è retto dai missionari del P.I.M.E. ed è liberamente visitabile.

Il santuario è sede dei missionari del P.I.M.E. Nel 1434 dall’alto dei due costoni di roccia che hanno dato origine al nome di montagna spaccata si staccò un macigno che andò ad incastrarsi più in basso tra le pareti della fenditura. Su di esso venne realizzata una piccola cappella dedicata al Crocifisso (sec. XIV) con all’interno la tomba del generale napoleonico Alessandro Begani, comandante della Piazzaforte di Gaeta nell’assedio del 1815.

Salendo sulla piccola cupola si può ammirare lo strapiombo su cui è situata.

A sinistra della chiesa vi è la discesa alla fenditura della Grotta del Turco. Guardando verso l’alto, poi, si può ammirare la spettacolarità dell’intera grotta, molto apprezzata anche dai patiti di free climbing, che talvolta si intravedono sulle ripide pareti.

Il Santuario è stato edificato dai monaci benedettini nell’XI secolo e sorge su un pendio di Monte d’Orlando. La configurazione attuale del complesso religioso risale alla fine del XVII sec. ed è una sintesi semplificata ma elegante di modelli del barocco napoletano e spagnolo.

Risalgono alla metà del XIX sec. gli altari in marmo e la pala dell’altare maggiore: la Madonna e S.Erasmo affidano Gaeta alla protezione della SS. Trinità opera di Raimondo Bruni. Vi sono poi, diverse statue della stessa epoca tra cui il gruppo scultoreo Pietà.

Per gli amanti della natura, è d’obbligo una passeggitata nell’adiacente Parco di Monte Orlando che ha un’estensione di 89 ettari di cui 59 di area terrestre e 30 di area marina. Inserito all’interno del territorio di Gaeta, esso rappresenta la parte terminale del sistema montuoso degli Aurunci. Il territorio risente dell’azione corrosiva dell’acqua che dà origine a numerose e tipiche forme erosive.

Allo stesso modo, anche l’intervento dell’uomo, nelle diverse epoche storiche, ha lasciato il suo segno: particolare attenzione va data alle fortificazioni militari, che hanno reso Gaeta una fortezza di rilevanza strategica per il Regno di Napoli.

Meraviglie nascoste possono ammirarsi nel Golfo di Gaeta, specialmente per chi, più audace e intraprendente, ha voglia di scoprirle.

Gaeta non è solo ciò che si vede dall’esterno; per i veri amanti della cittadina essa è molto di più.

Un mistero, forse mai scoperto fino in fondo, e fonte di continuo stupore. L’amore per questa piccola ma speciale cittadina è espresso continuamente anche da turisti di tutta Europa i quali, affascinati dalle numerose attrattive naturali e non, trascorrono a Gaeta i loro momenti più belli.

Gestione cookie