Il “ponte” festivo culminante nella ricorrenza del 2 giugno, anche per le favorevoli condizioni meteorologiche previste su larga parte del territorio nazionale, sicuramente costituirà per diportisti, bagnanti e frequentatori del mare in genere, un primo “assaggio” dell’ormai imminente stagione estiva, aumentando così la probabilità di situazioni di pericolo. Infatti, per la Guardia Costiera questi giorni sono già stati occasione di intensa attività di soccorso a salvaguardia della vita umana in mare. Per quanto riguarda, in particolare la zona di Mare Tirreno di competenza della Direzione Marittima del Lazio, si sono verificate, come noto, due situazioni di emergenza nel cui ambito le motovedette SAR delle Capitanerie di Porto di Roma e Gaeta sono state impiegate per trarre in salvo e ricondurre a terra complessivamente quattro diportisti, per i quali le sfavorevoli condizioni meteo-marine, unitamente a guasti tecnici ai rispettivi mezzi nautici, avevano fatto seriamente temere il peggio. Questi interventi rientrano nell’ordinaria attività che la Guardia Costiera Italiana svolge quotidianamente, 24 h su 24, 365 giorni l’anno, per garantire l’incolumità dei naviganti, monitorando, con oltre 500 tra mezzi navali e aerei, su 8.000 km di costa, in un’area di responsabilità di 500.000 kmq di acque marine che le vigenti convenzioni internazionali in materia di salvaguardia della vita umana in mare assegnano all’Italia. Si tratta di una zona di mare molto particolare, situata al centro del Mediterraneo e crocevia di traffici marittimi di grande rilevanza, non solo commerciale. La parte meridionale di questo spazio marittimo è assurta alla cronaca negli ultimi anni per il fenomeno dell’immigrazione dai paesi africani, con le terribili conseguenze che ogni giorno vengono riportate dai mass media; la Guardia Costiera è anche lì coinvolta con i propri mezzi navali nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum”. Quest’ultimo grande impegno di uomini e mezzi, tuttavia, in nessun modo fa diminuire l’attenzione profusa nella quotidiana attività svolta nell’interesse della collettività nazionale, per la tranquillità di tutti coloro che, per lavoro o riposo, fruiscono del mare, per la sicurezza della navigazione e la tutela dell’ambiente marino e costiero e delle sue risorse biologiche. Si tratta di uno sforzo che solo nell’anno 2013 ha permesso di trarre in salvo circa 8000 persone, tra naviganti, diportisti e pescatori. L’efficacia e la puntualità delle operazioni di soccorso dipendono anche e soprattutto dall’utilizzo del 1530, numero unico nazionale gratuito per le emergenze in mare, che ogni cittadino può sempre utilizzare per richiedere aiuto immediato in caso di emergenza.