A partire da quest’anno ogni 25 marzo sarà il Dantedì, un’occasione unica per riflettere sull’identità culturale del nostro Paese partendo dal fondatore della nostra lingua: Dante Alighieri. La direttiva approvata dal consiglio dei ministri nasce su proposta del ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini.
Ricade proprio in questa data, infatti, l’inizio del viaggio ultraterreno del poeta all’interno della sua opera più importante, “La Divina Commedia”, che secondo molti studiosi ebbe inizio con lo smarrimento nella ‘selva oscura’ il 25 marzo del 1300, che, a Firenze, era anche il primo giorno del nuovo anno e del nuovo secolo. Lo stesso passo dell’Inferno, tuttavia, potrebbe suffragare l’ipotesi che Dante intendesse riferirsi, facendo coincidere la data dell’inizio del viaggio con il giorno della morte di Cristo, non al tradizionale 25 marzo ma al Venerdì Santo, che nel 1300, cadde l’8 aprile.
Oltre queste date c’era anche la possibilità di festeggiare tra il 13/14 settembre, giorno della morte di Dante, avvenuta nel 1321 , di cui l’anno prossimo ricorrerà il settecentesimo anniversario.
“Ogni anno, il 25 marzo, data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’ aldilà della Divina Commedia, si celebrerà il Dantedì. Una giornata per ricordare in tutta Italia e nel mondo il genio di Dante con moltissime iniziative che vedranno un forte coinvolgimento delle scuole, degli studenti e delle istituzioni culturali. A un anno dalle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante – così il ministro Franceschini – sono già tanti i progetti al vaglio del Comitato per le celebrazioni presieduto dal prof. Carlo Ossola. Dante – ha concluso Franceschini – ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”.
La proposta della giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri oltre ad essere oggetto di diversi atti parlamentari aveva raccolto l’adesione di intellettuali e studiosi e di prestigiose istituzioni culturali dall’ Accademia della Crusca, alla Società Dantesca, alla Società Dante Alighieri, all’ Associazione degli Italianisti alla Società italiana per lo studio del pensiero medievale.
di Marika Perfetto
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