Sono approdati a Formia questa notte, ospiti del villaggio don Bosco, grazie al progetto di ospitalità predisposto dall’amministrazione comunale in collaborazione con il GUS (Gruppo Umana Solidarietà), ente che da 15 anni si occupa di emergenza umanitaria in Italia. Da settimane ci lavora l’ufficio di gabinetto del Sindaco e l’Assessora ai Servizi Sociali Eliana Talamas.
Dopo una prima identificazione e assistenza sanitaria effettuata sulle navi e nei centri di accoglienza temporanea predisposti sulla costa siciliana, le Prefetture indirizzano i rifugiati su tutto il territorio nazionale in base alla capacità di ricezione delle associazioni che operano nel settore dell’accoglienza. L’attività del Gus ha trovato sponda nell’amministrazione del Comune di Formia che nei mesi scorsi ha avviato i rapporti tra associazioni, autorità locali e ministeriali.
L’assistenza sanitaria è garantita da Asl e Croce Rossa mentre la sicurezza è demandata a Polizia e Carabinieri, in stretto contatto con la Prefettura. Il villaggio Don Bosco ospiterà i ragazzi per tutto il mese di maggio. La Caritas ha fornito vestiti ed abiti per la prima accoglienza mentre l’associazione “Insieme-Immigrati in Italia” si occuperà della mediazione culturale. Il Gus cura gli aspetti psico e socio-sanitari, oltre ad offrire consulenza per l’avvio delle pratiche necessarie alla richiesta dello status di rifugiato che, entro pochi mesi, porteranno i richiedenti a sostenere un’audizione presso la Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Roma.
Dopo il primo periodo al villaggio Don Bosco, gli ospiti saranno alloggiati in sei appartamenti e inizieranno ad imparare l’italiano e i costumi del nostro Paese.
“Ai formiani – sostiene Alessandro Dessì del GUS -, chiediamo di dimostrare ancora una volta l’accoglienza di cui è capace la città: le migrazioni sono una delle facce della storia contemporanea. Capirle e integrarle non è che un modo armonico di stare nel tempo che viviamo. Da parte nostra faremo tutto il possibile per accompagnare il processo in modo discreto e attento alle esigenze di tutti. Ci servono anche 13 reti e altrettanti materassi in buono stato, tv funzionanti per gli appartamenti e generi alimentari. Stiamo anche attivando un conto aperto in farmacia, dove chi vorrà potrà fare una piccola donazione per sostenere le cure che dovessero rendersi necessarie”.
“Quando non è stato possibile accogliere i superstiti di Lampedusa – conclude il Sindaco Sandro Bartolomeo -, ci siamo subito spesi per offrire il nostro contributo in altre forme. L’ospitalità di questi giovani è un fatto di civiltà che ci distingue da chi invece fa di tutto per alimentare intolleranza e sfiducia nei confronti dell’Europa e, in genere, di una visione solidale del mondo”.
Comunicato Stampa
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