Sabato 12 marzo si sono tenuti presso il Centro di preparazione Olimpica “Bruno Zauli” del Coni il convegno e la premiazione del XVII Concorso provinciale ”L’OLIO DELLE COLLINE”, per la prima volta ospitato nella città di Formia.
Formia è da sempre legata alla cultura dell’olio, oltre che alla coltura dell’olivo: con le sue 170 mila piante su una superficie di 500 ettari che interessa circa 700 produttori, rappresenta un centro olivicolo importante.
All’interno della cornice del Concorso si è svolto nel corso della mattinata, presso la Sala dell’Emigrante, nella delegazione di Maranola, l’incontro “OLEARIO – Alla scoperta degli oli, olive ed eccellenze di Formia”.
Dopo una introduzione sull’olivicoltura locale dell’antropologo Dario Novellino, il Capo panel C.O.I. (Consiglio Oleicolo Internazionale) dott. Giulio Scatolini e l’agronomo Dott. Alberto Bono hanno condotto i convenuti in una degustazione guidata ed informata degli oli extravergine e olive da tavola della varietà Itrana. Sono stati valutati i profili organolettici e sensoriali di alcuni oli del territorio e fornite le prime informazioni per ottenere un olio extravergine di qualità e imparare a riconoscerlo. L’esperienza sensoriale è proseguita con una visita guidata al Trappeto, in via del Presepe, un antico frantoio da poco restaurato per la molitura delle olive, alla splendida Chiesa Santa Maria dei Martiri, con il presepe di Terracotta e alla Chiesa di San Luca, con la Cripta delle Madonne del Latte.
“Il concorso – afferma il sindaco Gianluca Taddeo – ha l’obiettivo di divulgare la cultura dell’olivo e dell’olio di oliva di qualità tutelare e promuovere l’ambiente ed il paesaggio olivicolo. Sono convinto che questo settore possa diventare un importante percorso di sviluppo per la nostra città attraverso la valorizzazione del paesaggio olivicolo che è parte integrante delle nostre terre, il turismo dell’olio con la valorizzazione delle esperienze legate al mondo dell’extravergine, e l’agricoltura sociale incoraggiando l’adozione di buone pratiche, innovative e sostenibili”.
“Per valutare, e certificare, le caratteristiche di un olio non basta uno strumento analitico. Sono indispensabili uomini e donne dall’olfatto e dal gusto sensibili e allenati. La tecnologia ha fatto tanti passi avanti ma ancora non è riuscita a sostituire naso e bocca in questo delicato compito. Se un olio è DOP, extravergine, vergine, lampante, oltre alle determinazioni di laboratorio, sono gli esperti dell’assaggio a stabilirlo”, spiega il Presidente CAPOL Luigi Centauri.
Prossimamente verranno programmati con il CAPOL i corsi per la formazione di assaggiatori dell’olio extravergine d’oliva e dell’oliva da tavola. Si intende diffondere la cultura dell’assaggio, promuovere e valorizzare l’olio extravergine d’oliva dei monti Aurunci, tutelare e conservare il paesaggio olivicolo, il cui valore va oltre l’aspetto economico, entrando a far parte della nostra storia e del nostro futuro, consolidare quel legame tra territorio e prodotto che è l’elemento che fa crescere la qualità della produzione e del consumo.
Nell’ambito del convegno i relatori hanno fatto il punto sul mercato dell’olio d’oliva nel periodo post pandemico, sull’innovazione del processo di molitura e sulla qualità degli oli extravergini, sugli effetti benefici legati alla salute.
Interessante per la promozione dell’olio di oliva e dei paesaggi olivicoli, sicuramente il focus sulle prossime misure che verranno finanziate dall’Assessorato Agricoltura, Foreste, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lazio.
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