Premettendo che la legge regionale del Lazio (n. 221/2015) stabilisce che il 50% delle spiagge della costa devono essere libere a disposizione di chiunque ne voglia usufruire, oltre a 5 metri di battigia che deve essere dedicata al libero transito, e inoltre, che ogni concessionario DEVE concedere il libero accesso verso la battigia (art. 11 della Legge Comunitaria n. 217 del dicembre 2011), nonché i vari servizi igienici e di emergenza.
Mentre l’ordinanza comunale 182 del 29/6/2015 stabilisce che le micro concessioni “stagionali” prevedono l’assegnazione massima del 50% delle aree libere “restanti”, sulle quali i concessionari eseguono il noleggio di ombrelloni e lettini, posizionabili SOLO all’arrivo effettivo del cliente, e che il restante 50% di queste DEVONO restare libere a disposizione di tutti coloro che non vogliono o non possono pagare per godersi un po’ di sole.
Purtroppo, nonostante sia semplice interpretare tali leggi, resta difficile applicarle su una spiaggia come quella di Serapo, dove la politica locale ha sempre ceduto alle antiche lobby locali, ed ora anche ai micro concessionari, solo per garantirsi un ritorno favorevole alle urne da parte di queste, soprattutto le prime, che da anni godono di concessioni pressoché eterne sull’80% delle aree disponibili (non il “50”, come intende la legge regionale). Mentre sul restante “20” diviso in fettuccine di terreno, si inscenano le maggiori diatribe, tra nuovi concessionari, che qualche volta agiscono con arroganza a disprezzo delle regole, e gente comune, che neanche alle 8,00 del mattino trova posto in prima fila, già occupata da “clienti invisibili”, costretta quindi a reagire o indietreggiare con l’amaro in bocca. Solo qualche volta si vede intervenire la C.P.
Siamo contro l’illegalità, peggio se perpetrata con arroganza, non contro le imprese, anzi, ci auguriamo che possano lavorare “onestamente” con profitto sempre maggiore, purché offrendo “lavoro” (senza sfruttamento) e “servizi” che possano usufruirne quanti più turisti possibile, ma non a danno dei cittadini di Gaeta e soprattutto di quelle famiglie meno abbienti, spesso costrette a trascorrere l’intera estate sulle scogliere (luogo vietato alla balneazione) o addirittura in casa.
Gruppo Comunicazione M5S Gaeta
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