Che Formia fosse patria di grandi fumettisti e disegnatori non è una novità. Dalle esperienze editoriali di Simone Lucciola a Rocco Lombardi (laureato come miglior disegnatore italiano Comix 2013), Formia ha dato i natali a Marco D’Ambrosio in arte Makkox e visto i natali editoriali di “Zero Calcare” in cui si cimentava con “La profezia dell’armadillo” i cui personaggi sono stati poi celebrati nella serie di culto lanciata da Netflix.
Il mondo dei fumetti sta conoscendo una stagione di grande popolarità, i cultori del genere stanno crescendo di anno in anno tanto che gli eventi dedicati al genere si stanno moltiplicando in tutta Italia.
La grande novità è che Formia ha avuto tra i suoi concittadini anche colui che ha sperimentato per primo in Italia questo genere. Gli organizzatori di Comicon Napoli, in programma dal 25 al 28 aprile, hanno annunciato quella che hanno presentato come una grande scoperta storica: “il ritrovamento di quello che, ad oggi, è il più antico albo a fumetti italiano conosciuto”.
Si tratta dell’albo a fumetto “Le disavventure tragicomiche di Ciccillo” disegnato nel 1849 dal pittore di Formia Pasquale Mattej. “Una sequela di gag vissute dall’ingenuo Ciccillo, satira della borghesia in ascesa, attenta più all’apparenza che alla sostanza. L’albo è presentato come una delle principali attrazioni di quest’anno con una esposizione dal titolo “L’Inarrestabile Ciccillo, 175 anni del primo albo a fumetti italiano” alla Mostra D’Oltremare a Napoli .
Pasquale Mattej, nato a Castellone (Formia) il 29 gennaio del 1813, pittore, disegnatore, archeologo, saggista, scrittore e poeta era difatti sconosciuto anche nelle vesti di fumettista. Con la sua innata voglia di sperimentare diede vita a quello che ormai è da definire il primo fumetto italiano, pochi anni dopo il disegnatore Svizzero Töpffer, primo autore di libri a fumetti al mondo.