Sono trascorsi esattamente 60 anni dalla visita ufficiale a Gaeta di Benito Nardone nel 1960. Nella città pontina, il 1º dicembre inaugurò un monumento dello scultore Eugenio Prati (1890 – 1979) dedicato a José Gervasio Artigas, padre dell’indipendenza uruguaiana. Insignito della cittadinanza onararia, in ricordo del padre Nicola Antonio che verso la fine dellOttocento lasciò Gaeta alla volta dell’Uruguay alla ricerca di una miglior fortuna, Nardone è stato un politico uruguaiano, presidente del Consiglio Nazionale di Governo dell’Uruguay dal 1º marzo 1960 al 1º marzo 1961, carica equivalente a quella di Presidente della Repubblica.
Fu membro di spicco del Partido Nacional Blanco (Partito Nazionale Bianco), una fazione politica conservatrice con un’ala centrista contrapposto al Partido Colorado della borghesia progressista.
Figlio di Nicola Antonio Nardone, un modesto immigrante italiano di Gaeta, dopo le scuole superiori divenne giornalista. Si guadagnò ampia fama come commentatore per la stazione radiofonica CX4 Radio Rural con il soprannome di “Chico Tazo”, per i suoi commenti politici anticomunisti dai toni forti e aggressivi. Le sue trasmissioni radiofoniche erano principalmente rivolte ai contadini: piccoli proprietari e affittuari. Rivolgendosi a loro, Nardone promuoveva riforme agrarie basate sulla ridistribuzione della terra attraverso il frazionamento dei latifondi.
Ebbe una carriera politica rapidissima: fondatore della Liga Federal de Acción Ruralista (LFAR), Lega Federale Ruralista d’Azione, si alleò con il Partido Blanco in occasione delle elezioni del 1958. Grazie al suo appoggio il partito Blanco tornò al governo.
Riviviamo quella giornata grazie alle immagini tratte dall’archivio storico dell’Istituto Luce: