Le comunità parrocchiali di S. Erasmo Formia e S. Giacomo Ap. Gaeta, di concerto con il Comitato Spontaneo dei Cittadini del Basso Lazio e in occasione della XII Giornata della Custodia del Creato, hanno organizzato un percorso di rivalutazione dell’acqua come bene comune. L’itinerario si articola in due appuntamenti, il primo a Gaeta presso la Chiesa di San Giacomo Ap. il 2 settembre alle ore 19.45 sul tema “I bilanci e la gestione di Acqualatina” con l’intervento del dott. Luigi De Luca; il secondo a Formia presso la Chiesa di S. Erasmo il 16 settembre alle ore 19.45 sul tema: “Ritornare all’acqua pubblica” con la relazione dell’avv. Maurizio Montalto.
L’acqua è un bene primario per l’umanità tant’è che nel 1992 è stata istituita dalle Nazioni Unite la ricorrenza della Giornata Mondiale dell’acqua che ricade ogni 22 marzo. La nostra vita è legata all’acqua ed ogni attività umana dipende dalla possibilità di accedervi. Ancor oggi, in molte nazioni, milioni di persone non hanno disponibilità di fonti di acqua potabile sicura e accesso a servizi igienico-sanitari adeguati. In altre nazioni invece, quelle industrializzate, utilizzano questo bene comune come una fonte di business, indifferenti al principio che l’acqua dovrebbe essere a disposizione di tutti e dovrebbe essere trattata e curata come una cosa preziosa.
Purtroppo, a causa di una politica che non guarda al bene comune ma al profitto privato, non solo questo bene ci viene venduto a caro prezzo, ma l’attenzione che viene posta al servizio di distribuzione è pressoché inesistente di investimenti sufficienti a garantire il diritto all’acqua per tutti i cittadini. Niente viene fatto per modernizzare la rete idrica e i “rattoppi” non bastano per evitare l’emorragia continua di acqua potabile.
Ugualmente non si rispetta la volontà popolare espressa nel referendum del 2011 per il ritorno dell’acqua alla gestione pubblica, venendo meno perfino alle regole fondamentali di ogni democrazia.
L’impegno per l’acqua è allora un impegno per lo sviluppo integrale dell’umanità, per la vita di essa, per la pace, senza distinzioni né discriminazioni. L’acqua ha una tale rilevanza sociale per cui gli Stati non possono demandarne la gestione ai soli privati e pertanto la gestione ha bisogno di un controllo democratico, partecipato tramite una cittadinanza attiva, come vuole essere il percorso proposto dalle due comunità parrocchiali e dal Comitato Spontaneo Cittadini Basso Lazio.
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