Si sente spesso dire che chi soffre di pressione alta ha bisogno di bere molta acqua, ma è importante scegliere la bottiglia giusta.
In generale, bere molta acqua può aiutare a gestire la pressione alta. L’ipertensione, che colpisce circa 15 milioni di italiani sopra i cinquant’anni, è uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. Si stima che il 40% delle morti per ictus e il 25% delle morti per malattia coronarica siano associate all’ipertensione.
Un’idratazione adeguata è però fondamentale per mantenere il volume del sangue, un parametro di certo essenziale per una pressione sanguigna stabile. Inoltre, con l’acqua è possibile eliminare il sodio in eccesso, elemento che contribuisce all’aumento della pressione.
I reni, che regolano la quantità di liquidi e sali nel corpo, sono intesi come organi utili alla regolazione della circolazione sanguigna, e bere acqua a sufficienza (più di un litro e mezzo al giorno) favorisce il loro corretto funzionamento.
Una corretta idratazione, da sola, non è comunque sufficiente a controllare la pressione alta. Chi non vuole rischiare l’ipertensione arteriosa e le condizioni patologiche a essa collegate (infarti, ictus, ischemie…) deve seguire una dieta equilibrata, limitare l’assunzione di sale e fare esercizio fisico. Poi conta molto anche qualche acqua si beve.
Pochi dubbi, quindi che l’equilibrio idrico sia fondamentale per mantenere una pressione normale nei soggetti sani e che possa aiutare ad abbassarla se ci sono problemi di pressione massima troppo alta. Bere correttamente (giuste quantità) aiuta anche quando a essere troppo elevato è il valore della minima.
Quale acqua bere per non soffrire di pressione alta
Le acque oligominerali o leggermente mineralizzate hanno un residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l e sono dunque generalmente ben tollerate. In questo senso, l’acqua liscia del rubinetto, se potabile e sicura, è considerata un’acqua indicata per gli ipertesi o per controllare la pressione.
Poi ci sono le acque iposodiche, quelle che contengono meno di 20 mg di sodio per litro. Sono acque che, secondo molti medici, possono effettivamente aiutare a ridurre l’assunzione di sodio e quindi risultare utili a chi soffre di ipertensione. Quando si vuole tenere la pressione sotto controllo o già si soffre di ipertensione è invece sempre consigliato evitare alcune tipologie di acqua che possono peggiorare la condizione generale. Secondo studi più recenti, però, l’assenza o il basso contenuto di sodio nell’acqua non sembra poter abbassare la pressione. La vera differenza è data dal sale nella dieta.
Di solito ci si limita a sconsigliare l’uso di alcolici e di bevande zuccherate (anche le bevande sportive e le bibite dolci), che risultano pericolose per le alte quantità elevate di zuccheri e sodio. Ma in realtà sarebbe meglio evitare anche le acque minerali con alto contenuto di sodio (anche quelle troppo frizzanti, quindi). Queste bottiglie, con un contenuto di sodio superiore a 20 mg per litro, possono senza dubbio contribuire all’aumento della pressione sanguigna.
E la cosa vale anche per le bevande gassate, comprese quelle dietetiche o del tutto senza zuccheri: tali drink spesso contengono sodio ed edulcoranti che possono contribuire all’aumento della pressione sanguigna. La soluzione ideale: l’acqua del rubinetto o la naturale dai valori organolettici standard.