Il 17 febbraio scorso, abbiamo raccolto alcune testimonianze tra i presenti al consiglio comunale, tutti interessati al punto 13 (anticipato al 3° per richiesta di Raimondi, poi finalmente approvato da tutti, tranne Accetta che si è astenuto).
Presa la parola Mitrano, con una faccia di bronzo e le solite parole da venditore di fumo, ha girato la frittata come se egli fosse stato tra i primi firmatari e il coautore del lancio della campagna contro i distacchi (iniziata invece dall’apposito “comitato” e seguita logisticamente da Rifondazione, sempre appoggiata da tutte le opposizioni (tranne che dal tacente e opportunista PD che pure poi approvava “per forza” alla votazione finale).
Concludendo, il sindaco, sparando una balla grossa come un pianeta, ha lasciato intendere che si farà personalmente carico di riportare pubblica tale gestione (che è sempre stato uno dei punti di forza del programma di Governo del Movimento 5 Stelle, “fatti” non da poco, che i cittadini dovranno ricordare al momento opportuno). Invece, “chiacchiere” da campagna elettorale, in netta contraddizione, considerando che fu proprio lui uno dei firmatari dell’accordo sottoscritto con Acqualatina nell’estate 2014 (Mitrano non risultava certo nell’elenco degli 11 sindaci oppositori), accordo che prevedeva l’aumento di tariffe e inserimento del deposito cauzionale anche per i contratti già in essere, una batosta per migliaia di famiglie costrette a subire un vero e proprio abuso di Acqualatina, con la complicità di alcuni sindaci della provincia. Un abuso sia per quanto riguarda l’aumento delle tariffe (triplicate da quando privatizzato il servizio) che l’inserimento del deposito cauzionale, voce di costo imposto in modo indiscriminato e scriteriato, in totale contrasto con ogni principio che permea la disciplina normativa afferente ai diritti dei consumatori, perché imposto unilateralmente per tutti i contratti, anche quelli già in essere, per i quali il deposito cauzionale viene retroattivamente applicato, ad onta di quanto prevede la disciplina contrattuale, imposto in modo unilaterale ad un contraente, che non ha possibilità di scelta.
Mettendo da parte queste contraddizioni del sindaco di Gaeta, i cittadini devono invece tenere in mente che il Movimento 5 Stelle, ha come priorità assoluta: “sottrarre il business dell’acqua ai privati e alla politica corrotta, ripristinando così la gestione pubblica, per ridurre sostanzialmente i costi del servizio per le famiglie”.
Gruppo Comunicazione Meetup Gaeta 5 Stelle
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