Cartelle esattoriali e annullamento del debito: altro che rottamazione, il metodo legale.
Può capitare, purtroppo, per un motivo o per un altro, di contrarre dei debiti nel corso della propria vita o di risultare insolventi in alcuni pagamenti. Quando ciò accade, in genere, si innesca una lunga e complessa trafila burocratica che, solitamente, si traduce con una cartella esattoriale. Ovviamente, l’obbiettivo di tutti è quello di regolarizzare la propria posizione e saldare quanto dovuto, se dovuto. Così ci si affida a misure come la rottamazione, per fare un esempio tra i più noti. Ebbene, pochi sanno che, in alcuni casi, è possibile anche annullare del tutto il debito in modo del tutto legale.
Se la maggior parte di noi si affida alla rottamazione, al pagamento rateizzato e così via, prima assumersi un tale onere e impegno è bene conoscere tutte le strade a propria disposizione. Soprattutto quando non siamo convinti che ciò che ci viene richiesto in pagamento sia effettivamente dovuto. Ecco un metodo legale, dunque, che tutti dovremmo conoscere.
Ovviamente, occorre chiarire a rigor di precisione che quando un debito è effettivamente stato contratto, certificato e dovuto, non ci resta, per amor di onestà e per evitare problemi legali, che pagare. Al contempo, è vero anche che ci sono delle leggi che ci tutelano in caso di dubbio e che potrebbero portare anche all’annullamento dello stesso.
Parliamo oggi, dunque, della possibilità di sospensione legale della riscossione, sancita dalla legge 228 del 2012. Laddove sussistano determinati requisiti, infatti, l’interessato può rivolgersi all’Agenzia delle Entrate per chiedere il riesame di quanto risulterebbe dovuto. Se, dunque, siamo in dubbio in merito al debito e non siamo convinti che sia effettivamente da pagare, che sia infondato, possiamo procedere con tale richiesta.
I requisiti cui accennavamo riguardano pagamenti del debito avvenuti prima dell’iscrizione al ruolo, un provvedimento di sgravio emesso dall’ente creditore, prescrizione o decadenza intervenute prima che il ruolo diventasse esecutivo. Ma anche laddove l’ente creditore abbia disposto una sospensione amministrativa, sia in corso una sospensione giudiziale o una sentenza abbia annullato, del tutto o in parte, la pretesa del creditore.
A questo punto, non è detto che la sospensione porti all’annullamento del debito, ma potrebbe accadere e in modo del tutto legale. Come? Dopo la notifica della cartella, come anticipato, l’interessato dovrà inoltrare tale richiesta all’Agenzia delle Entrate entro 60 giorni dalla stessa. Dalla ricezione di tale richiesta, l’Agenzia ha 10 giorni per informarne l’ente creditore. Laddove questi manchi di rispondere entro 220 giorni, si potrà procedere con l’annullamento della cartella.
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