Di Alessia Maria Di Biase.
Da un’attrice così simpatica, allegra, dello spettacolo leggero, d’intrattenimento, sempre così frizzante non te l’aspetti una storia tanto profonda e commovente.
Maria Amelia Monti, celebre attrice del teatro italiano prestata occasionalmente alla tv, non è molto conosciuta sui giornali di gossip e non tutti conoscono la sua vita di “doppia mamma”, come ama definirsi lei, mamma di pancia e di cuore.
La Monti è mamma di due figli naturali avuti dal marito Edoardo Erba, un bel giorno i bambini chiedono alla mamma un fratellino, ma Maria Amelia all’epoca aveva già 43 anni, non era pronta per un’altra gravidanza, ma neppure voleva lasciare disatteso il desiderio dei suoi due figli, e così sceglie la strada dell’adozione.
Una strada, quella dell’adozione, vittima ancora di tanti e tanti pregiudizi, di informazioni sbagliate nate da una fuga di notizia senza alcun fondamento né logico né giuridico.
E’ perciò che l’attrice insieme al marito, sta girando l’Italia con uno spettacolo, assai insolito per il suo genere, intitolato “La lavatrice del cuore”. L’idea è nata dal Festival delle Lettere di Milano di due anni fa che aveva come tema proprio l’adozione; a sorpresa arrivarono oltre 500 lettere alle quali il marito di Maria Amelia Monti ha pensato di aggiungere anche la loro storia adottiva mettendo su questo spettacolo che sta diventando famoso con la sola forza del passa parola.
Attrice e regista spiegano come lo scopo dello spettacolo non sia soltanto quello di dare voce a queste bellissime storie, di condividere le emozioni e le gioie di questo percorso, ma soprattutto di supportare tutte quelle coppie che, appena intrapreso l’iter dell’adozione, si sentono spesso sole in questo cammino, schiacciate dalle paure e dalle difficoltà.
Le storie raccontate in queste lettere dimostrano che l’adozione SI PUO’ FARE, con tutte le difficoltà, i tempi d’attesa, gli intoppi burocratici è un percorso che condotto con convinzione si può portare a termine.
L’attrice non nega che l’iter sia stato lungo, faticoso, burocraticamente articolato, durato ben quattro anni, ma ammette anche che alla fine ne è valsa la pena e che il lavoro più importante l’hanno svolto il loro primi due figli, Marianna e Leonardo.
Qualche anno fa, tutta la famiglia è volata in Etiopia per accogliere Robel, che oggi ha circa 10 anni, come tutti i bambini va a scuola e si è perfettamente integrato nel nostro paese, come si vede nello spot che hanno voluto creare per aiutare tutti gli altri bambini che come Robel hanno bisogno d’aiuto.
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