In Italia, molti proprietari di casa scelgono di non registrare il contratto di affitto, ma in caso di indagini a rischiare è anche l’inquilino.
Purtroppo siamo di fronte a una pratica comune. L’affitto in nero è diffuso da Nord al Sud del Paese ed è spesso ed erroneamente considerato come un fatto non grave. Questo perché per anni il fisco italiano ha chiuso un occhio, sia per una questione culturale che per materiale impossibilità di poter controllare e arginare il fenomeno. Ora però le cose sono cambiate, e l’Agenzia dell’Entrate ha cominciato a sanzionare gli affitti in nero.
Ma perché un proprietario di casa dovrebbe essere refrattario alla registrazione del contratto di affitto? Il più delle volte, si cerca di agire al di là delle norme per evitare tasse e oneri aggiuntivi. Altre volte, la mancata registrazione dipende da pura negligenza.
Non registrare il contratto d’affitto comporta però problemi tanto per il proprietario quanto per l’inquilino. Per esempio, se un contratto non è registrato, in caso di controversie, diventerà complicato poter avere ragione su chi non ha adempiuto ai propri obblighi. Se il contratto non c’è, l’accordo è considerato nullo, così come lo stesso affitto. La nullità, tuttavia, non incide sulla pretesa dell’erario di riscuotere comunque l’imposta di registro.
Quindi, a ogni modo, la normativa vigente prevede alte sanzioni fiscali in caso di mancata registrazione del contratto di locazione. Per il proprietario si parla in genere di multe sull’imposta evasa. Ma non è solo il locatore a doversi preoccupare… Per la legge italiana, è giusto che entrambe le parti comprendano l’importanza della registrazione del contratto per evitare problemi legali e fiscali. In pratica, se il proprietario non registra il contratto di locazione, ci sono conseguenze anche per l’inquilino.
Come abbiamo visto, senza registrazione, il contratto di locazione è considerato nullo. E ciò significa che l’inquilino non potrà far valere in alcun modo i propri diritti in caso di controversie. Per esempio non potrà opporsi a uno sfratto improvviso.
E pure il proprietario non può far valere il contratto non registrato per ottenere il pagamento dell’affitto. Inoltre potrebbe subire sanzioni amministrative per violazioni relative ai contratti di locazione e alle dichiarazioni dei redditi. In particolare, per omessa o tardiva registrazione del contratto è prevista una multa dal 120% al 240% dell’imposta di registro dovuta. Per occultamento, anche parziale, del canone, la sanzione va dal 200 al 400% sulla differenza tra l’imposta di registro dovuta e quella già applicata in base al canone dichiarato.
Poi, per tardivo pagamento dell’imposta la sanzione è del 30%. E non è tutto, perché il fisco fa scattare sanzioni anche in relazione alla dichiarazione dei redditi. Se i soldi percepiti con l’affitto non vengono inseriti nella 730, il fisco prevede una sanzione dal 240% al 480% dell’imposta, con un minimo di 516 euro. L’affittuario in genere non rischia una multa per l’omessa registrazione del contratto di locazione. Le sanzioni principali sono a carico del proprietario, che è responsabile della registrazione del contratto e del pagamento delle relative imposte. Il danno per l’inquilino è cadere in una posizione di vulnerabilità totale: l’assenza di diritti.
Negli anni scorsi era stata introdotta una norma che prevedeva, in caso di mancanza di contratto, l’obbligo anche per il locatario di pagare un affitto più alto per quattro anni, con tasse maggiorate. Tale norma è stata annullata dalla Cassazione e oggi non ha più alcun valore.
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