Sempre più numerose, ormai, sono le procedure di infrazione europea nelle quali incorre l’Italia a causa della situazione del servizio idrico integrato per quanto riguarda depurazione e fognature, inoltre per le inadempienze nell’attuazione della direttiva europea l’Italia ha già subito diverse condanne da parte della Corte di Giustizia europea.La situazione degli allacci fognari abusivi è una nota dolente in vari comuni d’Italia e, purtroppo, la “patata bollente”, per le città marinare, si ripresenta puntualmente nel periodo estivo. Basta considerare che nel periodo compreso tra giugno e settembre 2015, sul nostro territorio, ci sono stati numerosi esposti e le segnalazioni di anomalie delle acque balneari per liquami e miasmi (soprattutto nella zona che va dal fosso Loricina a Cretarossa), nonché i ricorsi alle cure mediche presso l’ospedale Riuniti di Anzio-Nettuno per episodi di gastroenterite e/o malattie della pelle.
In teoria, ci dovrebbe essere un piano d’Ambito ed una ricognizione delle reti e delle infrastrutture che dovrebbe essere fatta per legge (149 TUA) prima dell’affidamento del servizio da parte dell’Autorità d’Ambito al gestore e che senza questo adempimento si è in dubbio che poi si possa pensare ad un programma di interventi credibile.
La SpA Acqualatina (attuale gestore del servizio idrico integrato) dovrebbe possedere l’elenco completo delle utenze allacciate all’acquedotto e di quelle allacciate alla rete fognaria proprio per fatturare i costi del servizio distinguendo tra quelle soggette ad oneri di depurazione e quelle non soggette in quanto non allacciate e quindi riuscire a predisporre il piano finanziario di investimento relativo. Ricordiamo che il trasferimento di tutta la gestione comunale delle acque e fognature avvenne in modo “superficiale” omettendo i mezzi di tutela per il Comune indispensabili per eventuali controversie (situazione già denunciata tempo addietro dal gruppo della Margherita Nettuno). I beni furono trasferiti all’Ato 4 e per essa ad Acqualatina senza l’“atto di consistenza” che serviva ad individuare quantità, qualità e valore dei beni trasferiti. Con il subentro di Acqualatina non è migliorato il problema dell’inquinamento marino.
Nel frattempo, non ci risulta che qualcuno si sia mai preoccupato di andare a controllare gli scarichi di quelle abitazioni che negli anni sono state costruite in prossimità del fosso Loricina. Eppure, se si vieta la balneazione nei pressi della foce del Loricina, per la presenza di coliformi, vuol dire che c’è chi scarica la fognatura direttamente nel fosso o in uno dei suoi affluenti. Inoltre, si ricorda che il fosso periodicamente cambia colore forse per azione di altri scarichi abusivi di tipo chimico.
Per quanto sopra abbiamo provveduto a presentare ufficiale esposto al Comando della Guardia Costiera locale per gli eventuali accertamenti del caso.
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