Anche Itri nel commiato terreno a Saverio De Meo

Grande dolore e profonda commozione anche a Itri, nel commiato funebre, tenutosi a Maranola, per Saverio Francesco De Meo. Il “pilastro” del centro Trasfusionale del “Dono Svizzero” di Formia, diretto dalla dott. ssa Giovanna Biondino, stroncato da una male inesorabile e deceduto sabato mattina, è stato salutato, nell’ultimo viaggio terreno, da una folla strabocchevole presso la chiesa parrocchiale di San Michele a Maranola, dove il “capitano” dell’equipe del Centro Trasfusionale viveva e dove una processione con la statua di san Michele, cui era devotissimo, ha suggellato la toccante cerimonia nel corso della quale medici, colleghi infermieri, trasfusi , amministratori comunali, amici e conoscenti erano convenuti per ricordare anche quanto Saverio aveva prodigato per salvare la vita a chi aveva bisogno di sangue, al punto da far dire alla dott. ssa Biondino “da un fiore spezzato la vita rifiorisce”.

E tra i tanti, c’è stata l’attestazione degli Itrani dove in molti hanno collaborato con Saverio, anche fuori del suo orario di servizio, per far raggiungere oltre 450 sacche di sangue raccolte ogni anno solo nel centro collinare. Itri, infatti, era il comune dove il volontariato dei donatori, così come a Carinola e in altre decine di situazioni, vedeva la massima affluenza: con la Croce Rossa del presidente Sandro Spirito, in piazzale “Carabinieri d’Italia”, con l’azienda Faunistica “Fra’ Diavolo” del presidente Silverio Sinapi, con il sangue raccolto in località Lazzano e da cui venivano donati strumentazioni mediche al centro Trasfusionale, grazie alle lotterie attivate durante le edizioni della “Sagra del Cinghiale” e, soprattutto, grazie all’impegno di volontari che mai hanno cercato la passerella, come quel Tonino Stravato e Michele Fidaleo, mitico capitano della società di calcio Nuova itri, capaci, con il loro impegno, di “dirottare” presso il Centro di Formia centinaia di donatori, trascinati letteralmente sul luogo della donazione e ai quali Saverio propinava, come grato riscontro, un sorriso e una parola di beneaugurante auspicio per la vita.

Orazio Ruggieri

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