Annullato il pagamento di 33.000 euro richiesto dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione

Latina-Minturno, 24 agosto 2022 – Nel mese di maggio 2022, con la sentenza emessa dal Tribunale di Cassino è terminata l’odissea di un cittadino di Formia vessato da anni dall’Agenzia delle Entrate Riscossione per il recupero di oneri previdenziali non dovuti per oltre 33.000 euro con la minaccia della iscrizione di ipoteca sulla abitazione familiare.

I FATTI: nel 2016 venivano notificate dall’Agenza delle Entrate Riscossione una intimazione di pagamento e una comunicazione preventiva di iscrizione ipotecaria tutto riferito a ruoli emessi da vari enti, tra cui anche l’INPS per il recupero di oneri previdenziali, ed affidati alla riscossione dell’Agenzia; quindi il consumatore provvedeva a presentare istanza di sospensione dell’intimazione e del preavviso di ipoteca ai sensi della legge 228/2012 (cosiddetta legge sulle cartelle pazze) poiché tutto quanto si richiedeva risultava essere ampiamente prescritto.

Successivamente le cartelle venivano sospese ed eliminate dall’estratto ruolo del debitore sino al 2020 quando improvvisamente, e senza che fosse mai stata notificata alcuna comunicazione di rigetto delle istanze di sospensione,  l’Agenzia delle Entrate Riscossione reinseriva sul ruolo del contribuente tutte le cartelle facenti capo all’INPS per una somma complessiva di oltre 33.000 euro compreso gli interessi successivi.

Il contribuente tentava nuovamente di risolvere amministrativamente la questione presso l’ufficio territoriale di Formia dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, la quale questa volta rispondeva con un rigetto dell’istanza, riferendosi ad una presunta comunicazione già, a suo dire, trasmessa nel lontano 2016 senza riuscire a fornire prove di questa presunta comunicazione. A questo punto dopo vari altri tentativi di risoluzione della controversia il consumatore si vedeva costretto, per evitare una iscrizione di ipoteca sulla propria abitazione, a proporre ricorso al Tribunale di Cassino nei confronti dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che nemmeno si costituiva in giudizio, e con l’assistenza dell’Avv. Franco Conte responsabile provinciale della Confconsumatori Latina.

“A maggio 2022 finalmente è terminata l’odissea amministrativa del consumatore – riferisce l’avv. Franco Conte – ed il Tribunale di Cassino ha provveduto a dichiarare l’intervenuta estinzione di diritto dei crediti contributivi di cui agli atti impugnati ai sensi della legge 228 del 2012. Questa legge del 2012 prevede proprio una tutela specifica per le cosiddette cartelle pazze dando la possibilità di richiedere in autotutela la sospensione delle cartelle irregolari con il rispetto di tempistiche ben precise entro cui rispondere ovvero i 220 giorni dalla istanza. Se l’Ente impositore non risponde si perfeziona un silenzio assenso su quanto richiesto dal contribuente e nulla può più essergli richiesto”.

Il nostro assistito ha ottenuto quindi una sentenza di accertamento della estinzione del diritto con relativa condanna al pagamento delle spese legali a carico dell’INPS e dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma tale estinzione era operativa già in forza della normativa vigente e gli enti interessati avrebbero dovuto provvedere all’annullamento in autotutela evitando di perseguitare per anni il malcapitato di turno e facendogli pagare anche il prezzo della loro inefficienza, ci auguriamo per il futuro che la pubblica amministrazione sia più efficiente non solo quando deve riscuotere i propri crediti ma soprattutto quando deve verificare la loro regolarità e agire quindi di conseguenza anche in autotutela senza che il contribuente sia costretto a rivolgersi alla magistratura.

Comunicato stampa

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