Più di un anno fa Rifondazione Comunista denunciò in solitudine la privatizzazione in corso del servizio di illuminazione pubblica di Itri sottolineando come, sul modello di quanto già accaduto ad esempio nella gestione dell’acqua e del cimitero comunale, l’ingresso dei profitti avrebbe condotto anche in questo ambito ad un servizio inadeguato a svantaggio dei cittadini. Oltre a ciò rimarcammo come tali scelte aumentassero notevolmente il rischio di infiltrazioni malavitose. Sottolineammo pubblicamente come gli obiettivi auspicabili del risparmio energetico, economico e della tutela ambientale fossero possibili e più convenienti attraverso un intervento pubblico. Purtroppo la “defunta” maggioranza a sostegno di De Santis proseguì inesorabile sulla propria strada e ad oggi le nostre previsioni si sono già mostrate esatte. L’affidamento alla ditta “D’Urso impianti SRL” per un periodo di ben 15 anni in cambio di 2 milioni e 370 mila Euro, IVA esclusa, ha mostrato da subito conseguenze disastrose. L’imposta comunale TASI continuerà a gravare pesantemente sulle tasche dei residenti colpendo in modo particolare le fasce più deboli, mentre i proventi del tanto sbandierato risparmio energetico, prodotto dall’istallazione di luci al LED, sono destinati a rimpinguare unicamente le tasche dei privati. A fronte di un canone annuo salato e costante, che rimarrà per lo meno invariato negli anni a venire, solo la ditta D’Urso guadagnerà sull’abbattimento dei consumi. I primi interventi messi in atto dal gestore sugli impianti cittadini si attestano intanto su livelli qualitativi a dir poco scadenti, di dubbia rispondenza alle clausole contrattuali e addirittura alle normative regionali in vigore riguardanti l’inquinamento luminoso (L.R. n. 23/2000, D.G.R. n. 447/2008). Numerosi cittadini denunciano infatti come i LED installati nel centro storico siano del tutto inadeguati al contesto ed abbiano snaturato completamente l’aspetto originario di suggestivi quartieri come “S. Angelo”. Qui le accecanti luci bianche entrano prepotentemente anche in molte abitazioni illuminandole a giorno. Paradossalmente altri quartieri lamentano invece un livello di illuminazione di gran lunga insufficiente. Entrambi i casi sono frutto di interventi all’insegna della più completa improvvisazione sotto gli occhi di tutti, che hanno avuto il risparmio della ditta sulle spese spettanti come minimo comun divisore ed unica ragione. L’intervento promesso di potenziamento della rete cittadina non è stato eseguito e la maggior parte dei pali della luce vecchi e fatiscenti non sono sati sostituiti. La ditta si è limitata a riverniciare qualche lampione e a sostituire le sole lampadine con prodotti di ignota e dubbia qualità, privi di potenziometro e con modalità di intervento spesso imbarazzanti (si è fatto ricorso in alcuni casi a carta stagnola e spillatrici, o si osservano fili elettrici scoperti!). Guarda caso la sostituzione delle luci eseguita è l’unico intervento che consente il risparmio sui consumi, corrispondente al guadagno della ditta che peraltro ha già incassato un lauto anticipo sulla cifra complessiva. E’ bene ricordare che interventi simili, anche in alcuni comuni limitrofi, hanno previsto invece l’istallazione di impianti di ultima generazione predisposti per la connessione wireless ad internet e sistemi di videosorveglianza. Non da ultimo bisogna rimarcare che la stessa ditta, sulla base di un appalto praticamente identico, ha subito da poco un provvedimento di revoca ad opera del TAR nel vicino comune di Fondi, a seguito di ricorso presentato dalla società concorrente. Gli organi competenti hanno infatti accertato la mancata rispondenza al disciplinare di gara. Le incongruenze accertate dalla sentenza riguardano il mancato possesso del requisito di aver svolto interventi della stessa natura su almeno 4000 punti luce per altre pubbliche amministrazioni nei tre anni precedenti e le mancate qualifiche richieste per il lavoro di progettazione. A nostro avviso identiche incongruenze potrebbero essere ravvisate per l’affidamento ricevuto nel comune di Itri. Sarebbe quanto meno doveroso accertarlo immediatamente oltre a verificare possibili inadempienze relative alle condizioni del bando. Ci uniamo pertanto ai cittadini che hanno intrapreso una petizione popolare indirizzata al Commissario prefettizio documentando quanto esposto ed invitiamo tutti a sottoscrivere il testo presso il Pub “I Miserabili”, il “Pozzo dell’artista” e l’edicola centrale o in occasione dei banchetti che presto saranno predisposti in Piazza. Qualora il Commissario e le autorità competenti ravvisassero gli estremi per la revoca dell’appalto facciamo appello affinché il servizio torni ad essere pubblico, ritenendo la privatizzazione selvaggia la vera origine delle problematiche riscontrate. Nella speranza che presto altre aggregazioni politiche e associazioni si uniscano a questo appello ricordiamo che le stesse forze responsabili di quanto accaduto e molto altro presto torneranno a chiedere senza vergogna il vostro voto!
CIRCOLO PRC “MARIANO MANDOLESI”
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