In occasione dell’Appia day la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le
Province di Frosinone Latina e Rieti presenta per la prima volta “dal vivo” gli eccezionali
risultati degli scavi archeologici, condotti con cospicui fondi erogati dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e per il Turismo su progetto redatto e presentato dalla stessa
Soprintendenza sull’area di proprietà del Comune di Minturno, al confine con il
Comprensorio Archeologico demaniale.
Gli scavi, condotti sulla direttrice della Regina viarum e nelle aree adiacenti, hanno
riportato in luce un interessantissimo tratto della strada, decumano massimo della città
romana, e due cardini a essa ortogonali. Su un lato dell’Appia è ora visibile la scalinata di
accesso al grande santuario urbano già riportato in luce negli scavi degli anni ’30 del
secolo scorso (attribuibile a Venere genitrice e quindi correlato alle origini della dinastia
giulio-claudia), mentre di fronte è stato rinvenuto un grande complesso architettonico
identificabile come Augusteum, oltre a resti frammentari degli apparati decorativi
databili alla fine del I sec. a.C. in intonaco dipinto, stucchi, marmi dell’edificio
monumentale destinato al culto imperiale, ed eccezionali testimonianze della
decorazione architettonica del santuario ascrivibili a età Flavia.
Le due strade ortogonali alla via Appia delimitano dal punto di vista urbanistico un
isolato omogeneo, e racchiudono – esaltandolo – il grande complesso destinato al culto
imperiale, realizzato nell’ambito della propaganda politica di Augusto all’inizio del suo
principato.
Questo eccezionale complesso urbanistico racconta tanto altro: dalla precedente fase
repubblicana della colonia, attraverso le testimonianze dei pavimenti delle ricche domus
sulle quali fu impostata la città imperiale, ai secoli di vita della città dopo la caduta
dell’Impero romano di occidente, attraverso le evidenze di riuso delle strutture del
santuario… giungendo alla fine di Minturnae e della via Appia romana, attraverso una
spettacolare deposizione di blocchi architettonici posizionati sul tracciato stradale per
impedirne la percorribilità), forse in un’ultima strenua difesa da nemici provenienti –
come nelle tante battaglie dei secoli a venire al Passo del Garigliano – dal fiume.
Ed è proprio l’obliterazione voluta della via Appia un’altra grande scoperta di questi
scavi. Gli studi appena iniziati consentono una datazione ancora non circoscritta
dell’evento, che si è determinato comunque tra il VI e l’VIII secolo d.C.
Da questa interruzione deriva lo spostamento funzionale del percorso per raggiungere il
Garigliano e la definizione del tracciato post antico che corrisponde a quello dell’attuale
strada statale, nonché le soluzioni utilizzate nei secoli successivi per l’attraversamento
del fiume (dalla Scafa di Traetto al ponte di barche – attraversato da Antonio Canova
nell’anno 1780 – fino al ponte borbonico “Real Ferdinando” del 1832).
Le visite gratuite, che avverranno nel rispetto delle norme di contrasto al COVID 19,
sono previste nei giorni 11, 17 e 18 ottobre.
Prenotazione obbligatoria su: antica-minturnae-open-day.eventbrite.it
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