La crisi idrica che sta colpendo in particolare il Lazio sud, in considerazione anche del caldo che avanza, continua fortemente a preoccupare e ha gettato la popolazione nella costernazione.
Ciò anche perché non ci sembra che i vari vertici che si sono tenuti abbiano trovato finora soluzioni in grado di rassicurarla.Il nostro territorio, nonostante possa vantare la presenza di falde acquifere rilevanti, deve – grazie ad una gestione assolutamente inefficiente – subire la violenza di una mancanza di acqua per tante e lunghe ore durante la giornata, anche al di là di quanto programmato ufficialmente dal gestore.
La qualità della vita dei nostri concittadini è compromessa ed è disastrosa la ricaduta che questa incresciosa situazione determina sull’economia delle nostre comunità.
Non è la scarsità di acqua il problema quanto piuttosto la scarsità di investimenti su una rete che ancora produce dispersioni impressionanti. Questo è il dato , non certo la siccità . E anche quest’ultima, che pure può talvolta costituire un problema , non va certamente affrontato in situazioni di emergenza , come accade sempre qui da noi, ma attraverso misure di prevenzione.
Acqualatina NON fa investimenti adeguati e all’altezza delle criticità che il nostro territorio presenta , lascia che la rete conservi la fisionomia del colabrodo, persevera nella politica del rattoppo , inseguendo soltanto le inevitabili emergenze.
Tutto questo emerge anche dagli stessi dati ufficiali di Acqualatina nel 2003 la dispersione amministrativa (acqua non fatturata) e fisica ( perdite nell’adduzione e nella distribuzione) era del 74%, oggi, dopo ben 15 anni , siamo al 69%; se poi ci limitiamo alle sole dispersioni fisiche, nel 2004 erano il 37%, negli ultimi anni sono costantemente ferme al 45%.
Oltre tutto, vorremmo capire se quanto previsto nel Rapporto Siccità 2016 riguardo il Sud pontino, gli interventi previsti siano stai tutti messi in atto (avrebbero dovuto consentire nel sudpontino un risparmio complessivo di 240 litri al secondo) e se si siano recuperati gli 80/100 litri al secondo previsti dal progetto recupero dispersioni fisiche. E, tanto per fornire un dato: i due dissalatori mobili produrrebbero complessivamente circa 30 litri al secondo!
Ci sono responsabilità che non possono più essere sottaciute e rispetto alle quali non si può più nicchiare.
L’appello è come sempre alla politica che ha l’obbligo di uscire dalle dichiarazioni ( non sempre del tutto esplicite) e decidere concretamente come immediatamente liberare le città interessate dall’incubo di Acqualatina.
Apprezziamo le iniziative di chi sta tentando anche altre strade , come quella della class action di professionisti avvocati , perché nascono tutte dalla convinzione che i cittadini debbano essere tutelati e liberati dalla morsa di un gestore di fatto privato che tratta l’acqua dimenticando che si tratta di un bene comune; crediamo fermamente però che la situazione si debba ancora una volta affrontare e questa volta risolvere attraverso la POLITICA e l’intervento massiccio, determinato della Conferenza dei Sindaci.
A quest ’ ultima, che è il luogo delle decisioni e della rappresentanza, chiediamo ancora una volta di aprirsi al confronto e al contributo di tutti e di rendere noto dettagliatamente quanto si sta deliberando e discutendo.
Ai componenti di ATO 4 chiediamo di rendere noto quali interventi, di proposta e di controllo, abbiano messo in atto affinchè il Gestore provvedesse, nel corso dell’anno, a mettere in campo iniziative atte ad evitare le carenze idriche.
Carenze che riteniamo siano assolutamente ingiustificabili, se non dentro una colpevole e irresponsabile mancata azione di prevenzione e di intervento serio sulla rete idrica da parte di Acqualatina.
ATO 4 e Conferenza dei Sindaci – che rappresentano i cittadini e costituiscono la parte pubblica della Società – hanno il dovere di dare una risposta che sia quella giusta e da tutti invocata e, a nostro giudizio, possono prevedere penali ai danni del Gestore.
Per stare dietro alle enunciazioni di principio, si è perso il senso del controllo quotidiano dell’azione di Acqualatina e dell’efficienza del servizio. I Sindaci dell’ATO se lo sono posti il problema della carenza estiva prima che si scatenasse l’emergenza? Nell’anno intercorso dall’emergenza 2016 cosa è stato fatto?
La soluzione a nostro giudizio non si trova certamente nella proposta dei dissalatori e delle navi cisterna, di cui vorremmo peraltro conoscere i costi e le ricadute che questi producono sul cittadino. Rappresenta l’ennesimo tentativo di gettare fumo negli occhi e di affrontare l’emergenza in modo assolutamente parziale. Chiediamo con forza ai Sindaci di non affidare a questa iniziativa il problema della carenza di acqua, almeno nei termini di una soluzione che voglia proporsi come definitiva.
La soluzione è il superamento di Acqualatina ed è la pubblicizzazione dell ’acqua: non abbiamo più voce per dirlo.Una ipotesi sulla quale tutti dichiarano ormai di essere d’accordo. E allora se la battaglia è ormai (finalmente e davvero) condivisa non rimane che AGIRE e intervenire pesantemente. Forse un accadimento nefasto come quello che stiamo vivendo può essere determinante a spingere tutti verso l’unica soluzione possibile.
Ovviamente, nell’immediato ci troviamo nella necessità di intervenire con urgenza e con determinazione per sopperire all’ennesima e questa volta gigantesca emergenza acqua.
Martedì 20 giugno è previsto a Formia un vertice tra Sindaci e Acqualatina e ci aspettiamo decisioni forti in grado di uscire dall’emergenza acqua nel sud pontino e restituire ai nostri territori livelli essenziali di vivibiltà. E per uscire dalla propaganda, dalle inutili quanto aride enunciazioni di principio.
Noi saremo presenti al Presidio che è stato convocato da associazioni e cittadini.
Stiamo formulando una richiesta alla Regione Lazio, affinchè esamini la questione Acqua nel sud pontino e intervenga, e ci sostenga , al fine di concorrere, insieme a tutte le parti interessate, al reperimento delle risorse necessarie al finanziamento pubblico del servizio.
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