Pericolo sospensione per l’assegno di inclusione: l’INPS ha pubblicato informazioni sulle condizioni di mantenimento del supporto al reddito.
Introdotto dal Governo Meloni come misura di sostegno ai nuclei familiari a basso reddito con almeno un figlio minore, un anziano sopra i sessant’anni o un invalido a carico, l’assegno di inclusione si esplica sotto forma di contributo fino a 500 euro mensili, che può salire a 780 euro se si include il sostegno per l’affitto.
Per ottenere l’AdI, è necessario rispettare tutti i requisiti previsti dalla normativa e presentare la DSU con cui avere un ISEE aggiornato. Serve anche registrarsi sulla piattaforma SIISL (il sistema informativo integrato per la sicurezza sociale) e sottoscrivere il PAD, il patto di attivazione digitale, che stabilisce compiti e responsabilità dei percettori dell’aiuto.
E dopo centoventi giorni dalla sottoscrizione del PAD, i richiedenti devono presentarsi presso i servizi sociali comunali. Tali visite devono essere ripetute ogni novanta giorni. L’assegno ha una durata di diciotto mesi, ma può essere rinnovato per ulteriori dodici mesi, a patto che il beneficiario rispetti ancora tutti i requisiti per ottenere la misura.
E cosa succede se uno di questi requisiti viene meno? A rispondere è l’INPS con il messaggio numero 3624 del 31 ottobre 2024. Le nuove misure sono state introdotte per garantire che il sostegno economico sia erogato con maggiore criterio: il Governo vuole infatti che l’aiuto arrivi solo ed esclusivamente a chi ne ha effettivamente diritto. Ma come evitare abusi?
Più controlli e sospensione dell’aiuto: l’INPS blocca l’assegno di inclusione
La nota pubblicata dall’istituto contiene infatti chiare indicazioni sui controlli ai beneficiari dell’assegno di inclusione che omettono di comunicare l’avvio di attività di lavoro dipendente durante l’erogazione del beneficio. I membri del nucleo familiare che iniziano un lavoro dipendente hanno infatti l’obbligo di comunicare all’INPS il reddito derivante da tale attività entro trenta giorni dall’avvio del nuovo impiego.
In caso di mancata comunicazione entro questo termine, l’erogazione del beneficio può essere sospesa fino alla regolarizzazione. Se invece la comunicazione non avviene entro tre mesi, il diritto all’AdI decade automaticamente. E lì la situazione si fa più seria.
L’INPS spiega di aver implementato i controlli per identificare i beneficiari che non hanno presentato il modello AdI-Com Esteso nonostante abbiano iniziato un lavoro dipendente. Poi ha ricordato che il reddito da lavoro fino a 3.000 euro lordi annui non concorre alla determinazione dell’importo dell’assegno di inclusione. Ma qualsiasi eccedenza viene considerata a partire dal mese successivo alla variazione occupazionale.