Il Centro Adozioni aderisce alla giornata mondiale sull’autismo affrontando questo tema in relazione all’adozione.
Nel 2020 viene pubblicata la notizia di una coppia di influencer che si è definita folle e arrogante per aver preso la decisione di adottare il piccolo Huxley, un bambino cinese di 4 anni affetto da autismo. L’influencer Myka Stauffer, star su Youtube e mamma di altri quattro figli, è stata travolta dalle critiche per aver deciso di affidare il bimbo ad un’altra famiglia, dopo due anni di convivenza con lui.
In questo caso la coppia, al momento dell’adozione, era già a conoscenza della diagnosi del bambino, tuttavia ha voluto sfidare la sorte sopravvalutando, evidentemente, le proprie risorse e proseguire nel percorso adottivo poi fallito.
Ma, nella storia delle adozioni, soprattutto nazionali dove a volte si adottano bambini molto piccoli, sono diverse le testimonianze di coppie che hanno adottato bambini perfettamente sani al momento dell’abbinamento e che poi hanno scoperto, nel tempo, il problema dell’autismo.
Alcune di queste famiglie, pur nella delusione della notizia e nel dolore della situazione inaspettata e imprevedibile, hanno però saputo reagire e hanno proseguito nel loro percorso genitoriale dedicandosi completamente al bambino.
Altri, invece, proprio come la coppia di influencer, spiazzati dalla notizia e impreparati ad affrontare tale situazione preferiscono “restituire” il bambino.
Queste testimonianze non devono indurre il pensiero comune al giudizio, ma piuttosto devono spingere la pubbliche istituzioni, gli operatori, la collettività e tutti quei soggetti che a vario titolo si adoperano nel mondo dell’adozione a formare meglio le coppie che si approcciano a questo percorso.
Il desiderio di tutti, infatti, è adottare dei bambini molto piccoli, non considerando però che, negli anni futuri potrebbero sorgere dei problemi che non è possibile diagnosticare alla nascita, come ad esempio l’autismo.
La maggior parte delle coppie che sceglie di adottare, esclude quasi sempre, la disponibilità ad adottare bambini autistici, che però, sono bambini che esistono nel mondo dell’adozione e per i quali è sempre più difficile trovare una famiglia.
Si pensi, inoltre, che nel caso della “restituzione”, innanzitutto il bambino è costretto a subire un secondo abbandono che di certo non aiuta il suo stato di salute oltre che la sua affettività. Ma, in queste situazioni, si mette in moto nuovamente il procedimento amministrativo finalizzato ad una seconda adozione del minore con evidente dispendio di energie e di tempo.
Il primo passo da fare è dunque investire di più sulla formazione delle coppie e poi sull’assistenza e sul supporto delle famiglie che, loro malgrado, si trovano ad affrontare queste situazioni di oggettiva difficoltà e che, sicuramente, potrebbero gestire diversamente con gli aiuti materiali e morali adeguati.
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