Cosa succede alla targa quando un’auto usata viene rivenduta? Ecco cosa dispone la normativa in vigore e cosa significa reimmatricolazione.
C’è una pratica automobilistica assai importante ma da effettuare esclusivamente in casi specifici: c’entra con la targa. Bisogna fare attenzione a ciò che afferma l’articolo 102 del Codice della Strada. Quando si compra un’auto usata può capitare di dover cambiare la targa. Tanti anni fa, se si acquistava una vettura usata con la targa di un’altra città, la targa originale veniva ritirata e l’auto era dotata di una nuova piastra con dati di riconoscimento aggiornati. Ovviamente, con riferimento alla città del nuovo proprietario.
Quindi, se un napoletano residente a Napoli comprava una Cinquecento usata da un automobilista di Torino, la targa TO veniva ritirata e l’acquirente riceveva la nuova targa con la sigla NA. Da pochi anni, ovvero da quando si è partiti con le nuove targhe alfanumeriche senza riferimenti alla città d’immatricolazione, tutto questo non succede più.
Per questo, la targa originale, salvo casi particolari, rimane sulla stessa vettura sino alla rottamazione. Di conseguenza, non è obbligatorio cambiare la targa quando un’auto usata passa di mano. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui è necessario cambiare la targa.
Queste situazioni sono il furto o lo smarrimento della targa stessa, il suo deterioramento o, peggio, la sua distruzione, oppure se la targa è illeggibile o troppo sbiadita. In tutti questi casi, il proprietario dell’auto deve avviare la procedura di reimmatricolazione presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista (STA).
La procedura citata include la presentazione di una denuncia nel caso in cui la targa sia stata rubata o smarrita e il modulo di richiesta di reimmatricolazione e il certificato di proprietà. Quindi, per fare qualche esempio concreto, la reimmatricolazione va affrontata in caso di furto o smarrimento della targa. In alternativa, bisogna affrontare la situazione nel caso in cui si voglia rimettere in strada un veicolo radiato o demolito.
Ciò però non significa che è possibile far circolare di nuovo un qualsiasi veicolo semplicemente con la reimmatricolazione. Per il Codice della Strada è infatti possibile immettere nuovamente un veicolo in circolazione tramite la reimmatricolazione quando si tratta di un’auto di interesse storico o collezionistico radiata o demolita. Oppure nel caso di auto radiate d’ufficio per mancato pagamento della tassa automobilistica.
In questo caso specifico, se il proprietario di un’automobile non ha pagato il bollo auto per tre anni consecutivi, il Codice della Strada prevede la cancellazione d’ufficio dal PRA con interdizione dalla circolazione. Ma si può rimediare ripianando tutto il debito e chiedendo una nuova auto. Ciò ha senso anche se quest’auto ferma è rivenduta a un nuovo proprietario.
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