Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviataci del Comitato per l’Acqua Pubblica di Minturno-Scauri.
Ancora una volta Acqualatina diffonde bugie e per l’ennesima volta, tramite organi di stampa locali, si scaglia contro le attività di informazione del Nostro Comitato il qualeavverte l‘esigenza doverosa di diffidarla dall’usare toni minacciosi verso gli attivisti del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua socialmente collocati e organizzati in Comitati, Associazioni, Organizzazioni di difesa dei consumatori, Sindacati e Organizzazioni politiche, ovvero di tutti coloro che sono impegnati nella Campagna Nazionale di Obbedienza Civile della difesa dei diritti, promossa dallo stesso Forum a favore del voto referendario del 12 e 13 giugno 2011, per la cancellazione in tariffa della quota di remunerazione del capitale e la gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato.
Appare paradossale che Acqualatina indirizzi, al Comitato Acqua Pubblica di Minturno-Scauri, accuse infamanti di “incitamento” alla commissione di atti illegali tesi alla “violazione delle norme vigenti” e minacci di sanzioni gli utenti che praticano l’autoriduzione della quota non dovuta della remunerazione del capitale investito, (indebitamente incluso in fattura e altrettanto indebitamente percepito dal 21 luglio 2011), colpevoli solamente di aver obbedito al Decreto del Presidente della repubblica n° 116. Non dimentichiamo l’ultima “trovata” dell’inserimento in fattura della quota relativa all’indebito aumento del deposito cauzionale, assunto unilateralmente da Acqualatina SpA.
La stessa Società di gestione dei Servizio Idrico Integrato in ambito ATO4, senza pudore, afferma che “non vi è alcun importo indebitamente trattenuto dal gestore” ed inoltre che “ha sempre operato nel pieno rispetto della normativa vigente” omettendo di informare gli utenti che moltissimi atti sono stati impugnati presso Tribunali e Consiglio di Stato e che si è ancora in attesa di sentenze finali. Allo stato dei fatti le uniche leggi vigenti che Acqualatina era ed è tenuta ad osservare, sono le sentenze della Corte Suprema di Cassazione, della Corte Costituzionale, del Consiglio di Stato e del già citato DPR attuativo n° 116/2011. Ovvero, le decisioni assunte dalle massime cariche istituzionali del Paese, che con propri Decreti, Sentenze, Pareri, Direttive, hanno solennemente e univocamente riconosciuto la correttezza dei quesiti ammessi a referendum, proclamato il risultato del voto referendario e “fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare”.
Se non vi fosse stato “alcun importo indebitamente trattenuto dal gestore” come mai Acqualatina è stata costretta dall’Autorità per Energia Elettrica il Gas ed i Servizi Idrici (AEEGSI) ad avviare una campagna di comunicazione per informare gli utenti di un “piano di restituzione” ?
Piano di restituzione fra virgolette, perché considerato che ha incamerato mediamente 8 euro per fattura e ne intende restituire 1,50 solamente per le utenze domestiche, ci appare un piano molto vantaggioso per la Società partecipata. Considerare gli oneri finanziari quale voce di costo e sottrarre tale quota da restituire agli utenti è una cosa inaccettabile. Non dimentichiamo la quota abusiva FONI (Fondo Nuovi Investimenti), ritenuta illegittima dallo stesso Consiglio di Stato, in quanto quota di tariffa senza corrispettivo di servizio erogato. Una vera razzia di soldi sottratti agli utenti per finanziare ipotetici progetti fantasma di opere pubbliche cui non si conoscono definizioni, importi e località di realizzazioni.
Siamo in presenza di un colossale conflitto di interessi con l’AEEGSI che, caso unico in Europa dove le Authority vengono finanziate con risorse pubbliche, in Italia questa Autorità di controllo viene finanziata dai soggetti gestori che dovrebbero essere i controllati.
In questo colossale scandalo Acqualatina ci nuota agevolmente perché è parte dello scandalo in quanto contribuisce ad impinguare i grassi emolumenti del presidente dell’AEEGSI, 293.658 euro l’anno e 264.293 euro anno per ognuno dei quattro consiglieri. Senza contare il costo del Consiglio di Amministrazione. Una vagonata di soldi tutti spremuti dalle bollette degli utenti.
La ricerca con ogni mezzo del profitto nella gestione dei Servizi Idrici non è morale. Nessun compromesso sarà mai plausibile quando si parla della mercificazione del bene universale più prezioso, l’Acqua.
Il Comitato per l’Acqua Pubblica di Minturno-Scauri è orgoglioso dell’azione sociale intrapresa e continuerà ad ingrandirsi nel numero degli aderenti e simpatizzanti.
Se la gestione del Servizio Idrico Integrato non ritornerà completamente pubblica, grazie all’aiuto del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua proseguiremo la Nostra battaglia fino all’ultima sentenza.