Bilancio critico per la Goletta Verde di Legambiente, rientrata in porto da un viaggio iniziato il 22 giugno dalla Liguria e terminato in Friuli Venezia Giulia. Solo il 52% dei 261 punti campionati dai tecnici nelle 15 regioni costiere italiane, infatti, è risultato entro i limiti di legge; il restante 48% è invece “fortemente inquinato” (39%) e “inquinato” (9%) e la causa di questi risultati è sicuramente da attribuire alla mala depurazione di cui ancora soffrono vaste aree del nostro Paese e per la quale l’Unione europea ci ha presentato un conto salatissimo.
Sulla depurazione, l’Italia è oggetto di due condanne e di una terza procedura d’infrazione, che riguardano complessivamente 909 agglomerati urbani, di cui il 25% in Sicilia (231 agglomerati), 143 in Calabria (16%), e 122 in Campania (13%).
Le foci dei fiumi, dei canali, dei corsi d’acqua e di scarichi sospetti e di altri punti critici rappresentano il 57% dei punti campionati dai tecnici di Goletta Verde e sono i luoghi dove si concentrano le maggiori criticità: su 149 foci monitorate, 106 (il 71%) sono risultate “fortemente inquinate” (il 61%) e “inquinate” (il 10%). Il 43% dei punti campionati sono, invece, spiagge.
Il monitoraggio di Goletta Verde prende prevalentemente in considerazione proprio i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni non solo dei circoli di Legambiente ma degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. E le foci di fiumi e torrenti, gli scarichi e i piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge sono i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli
in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo. I risultati hanno risentito delle diverse condizioni meteo tra il mese di giugno, dove l’intensa piovosità delle settimane precedenti ha causato maggiori portate di fossi, canali e fiumi in mare, e le scarse precipitazioni nei mesi successivi con conseguente minor apporto dei corsi d’acqua.
Le analisi di Goletta Verde si sono concentrate, inoltre, su quelle che l’associazione definisce “acque abbandonate”, ovvero non più monitorate perché in aree non adibite alla balneazione, ma non per questo meno importanti dal punto di vista ambientale, e quindi abbandonate dalle istituzioni il cui inquinamento viene dato per scontato. Dalla consultazione del Portale Acque del ministero della Salute, che dovrebbe dare le informazioni sulla balneabilità o sulle criticità lungo tutti i quasi 7.500 km di costa della nostra penisola, emerge infatti come, oltre alle aree portuali, industriali o ai profili di costa rocciosi, ci sono 556 luoghi in cui sono presenti foci di fiumi, canali e fossi, per circa 170 km di costa, che non vengano campionati. Il 39% dei punti campionati dai tecnici di Legambiente (101 su 261) ha interessato proprio queste acque abbandonate, dove gli unici controlli sembrano essere quelli di Goletta Verde. Il 64% dei 101 punti è risultato inquinato o fortemente inquinato (rispettivamente per l’11% e il 53%).
I tecnici della Goletta hanno valutato anche il numero di bagnanti che potrebbero affluire nelle vicinanze di queste aree di acque abbandonate, che per la maggior parte sono spiagge libere ma dove si trovano anche in alcuni casi stabilimenti balneari attrezzati. Nel 39% dei casi, la presenza potenziale di bagnanti è stata giudicata alta e media e nel 75% dei casi erano assenti i cartelli di divieto di balneazione.
Nonostante la cartellonistica informativa sia obbligatoria ormai da anni per i comuni, la carenza di informazione ai cittadini riguarda anche i punti ufficialmente interdetti alla balneazione. I tecnici di Goletta Verde hanno trovato un unico punto con un cartello che segnalasse la criticità dell’area, sugli 8 punti ufficialmente interdetti alla balneazione che sono coincisi con i luoghi di prelievo. Negligenze che si traducono in “alta presenza di bagnanti” in 3 degli 8 punti campionati ufficialmente interdetti alla balneazione e “media presenza” in altri 3. Nelle aree balneabili è previsto, inoltre, per legge, un cartello informativo sulla qualità delle acque: su 132 punti campionati da Goletta verde in acque definite “balneabili”, nell’89% dei casi (118 punti) questo cartello non c’era.
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