La società Blue Moon – tramite il difensore di fiducia Avv. Vincenzo Macari – ha avanzato questa mattina al G.i.P. del Tribunale di Cassino Domenico Di Croce – una complessa memoria difensiva proponendo una ricostruzione diametralmente opposta rispetto a quella fornita dagli inquirenti.
Il sequestro chiesto dal Pubblico Ministero – Dott. Alfredo Mattei – ed eseguito dai Carabinieri di Ponza fonderebbe su asserite violazioni delle normative anti-Covid19.
In buona sostanza il locale isolano, pur avendo licenza per attività di ristorazione – a detta degli inquirenti – pare offrisse agli astanti attività di vero e proprio intrattenimento notturno-discoteca.
Quest’oggi i titolari dell’attività, per il tramite del proprio legale, hanno formalizzato una articolata richiesta di non convalida del sequestro e, in subordine, comunque richiesta di dissequestro che possa consentire di concludere le attività estive: a supporto dell’istanza, una cospicua mole di documentazione ed autorizzazioni ottenute proprio dai vari uffici del Comune di Ponza.
Non soltanto: pare che detta attività di intrattenimento notturno fosse autorizzata anche dall’ARPA Lazio, e dalla documentazione emergerebbe finanche che i titolari del Blue Moon si erano rivolti ad una società di security per garantire il rispetto delle normative anti-covid.
A cagione delle proprie ragioni gli indagati hanno altresì evidenziato che l’ordinanza posta a base della attività degli inquirenti è stata sostanzialmente abrogata da una successiva ordinanza emessa dal Comune di Ponza.
Adesso la palla passa al G.i.p. del Tribunale di Cassino, il quale dovrà esprimersi entro venerdì. Il rischio è che oltre 15 dipendenti possano restare senza lavoro.