Bonus Mamma 2025, i cambiamenti previsti si accompagnano a una buona e una cattiva notizia: cosa dice la nuova Legge di Bilancio.
Anche per il 2025 è previsto il Bonus Mamma, ovvero, un’agevolazione economica che prevede un’esenzione dal pagamento del contributo previdenziale che, fino a dicembre 2024, prevede che questo sia disposto per quelle mamme lavoratrici con a carico due o più figli.
Questo senta loro il pagamento della quota previdenziale fino a 3000 euro, distribuiti su base mensile pari a 250 euro al mese circa. L’aiuto fornito mira a supportare quelle famiglie con più figli, e a sostenere le mamme lavoratrici che si fanno carico anche dei minori di cui hanno la piena tutela.
Tuttavia, con l’arrivo del nuovo anno, il Governo ha voluto ridefinire i termini della nuova Legge di Bilancio 2025. Questa prevede anche una modifica del fatidico Bonus Mamma che, se da un lato apre le porte a un’altra fetta di popolazione, dall’altra si fa più astringente. Vediamo perché e cosa cambia.
La prima novità che aprirà il 2025 sarà che la nuova Legge di Bilancio prevede l’estensione del Bonus Mamma anche alle lavoratrici autonome con un contratto a tempo determinato, mentre non sono ancora incluse le lavoratrici domestiche. Tuttavia, se da un lato l’esonero contributivo sarà fruibile anche da donne con un contratto a lavoro autonomo, c’è da dire che vi sono anche delle novità più astringenti’.
Anche la quota prevista cambia. Mentre con la Legge di Bilancio 2024 lo sgravio contributivo era totale, dal 2025 il nuovo decreto rende invece l’esonero parziale. Questo cosa significa? Ciò, si traduce ahimè in una diminuzione della quota erogata mensilmente; questa sarà definita successivamente dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministro dell’economia e delle finanze.
L’altra novità interessa la situazione reddituale; è stato inserita una soglia limite, che si conseguenza esclude coloro che posseggono un reddito imponibile superiore a 40mila euro. “L’esonero contributivo di cui al presente comma spetta a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non sia superiore all’importo di 40.000 euro su base annua” – è quanto si legge all’interno della bozza del disegno di legge.
Di conseguenza, se è vero che la Legge di Bilancio 2025 questa volta apre uno spiraglio anche alle mamme lavoratrici autonome, c’è da dire che ha dovuto comunque rendere l’accesso limitante per altre.
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