“Brama” di Ilaria Palomba: un intenso romanzo, tra filosofia e un’ossessione malata

Casa Editrice: Giulio Perrone Editore
Collana: Hinc
Genere: Romanzo psicologico
Pagine: 240
Prezzo: 16,00 €

“Brama” di Ilaria Palomba racconta una storia scomoda, torbida e cruda con uno stile raffinato e pungente che lascia senza fiato; la protagonista dell’opera è una giovane donna irrisolta e fragile, Bianca, che sprofonda giorno dopo giorno in un abisso di dolore, per lo più autoinflitto. Bianca ha tentato due volte il suicidio ed è stata ricoverata in psichiatria dove hanno cercato di rimetterla in sesto; la donna, però, è troppo frammentata per riuscire a ricongiungere i suoi pezzi in un’unità coerente, e così sparge parti di sé diventando sempre meno consistente. Quando a un seminario su Heidegger incontra il filosofo Carlo Brama, Bianca crede di aver trovato un collante per i pezzi sparsi della sua anima: egli è uno scrittore brillante, dalla mente acuta e dallo spirito tormentato. Purtroppo Carlo è anche colui che più di tutti riesce a farla sentire inadeguata – «Sono una debole, questo mi dice Carlo. Che sono debole e priva di volontà, che mi lascio schiacciare da chiunque, quando invece vorrebbe essere lui, solo lui, a muovere i fili. Per essere un burattino non sono niente male. Magari devo perdere qualche chilo, il burattino perfetto non può superare i cinquanta chili, e vestirmi di bianco, come piace a lui». Nella casa del filosofo piena di libri e presunzione, Bianca si sente piccola e indifesa, ma invece di soccombere comincia a provare un desiderio malato, un impulso a fagocitare il geniale Carlo, mente e corpo. Alla fine entrambi sono veleno l’uno per l’altra, e proprio per questo motivo si attraggono; lui però si stanca, ed ecco che Bianca si affaccia al suo terzo tentativo di suicidio. L’autrice ci racconta con brutalità della sua discesa all’inferno, e ci rende partecipi dei suoi pensieri contorti e appassionati, e della mancanza dolorosa dell’uomo che lei brama furiosamente – «Supereremo l’umano, lavoreremo insieme, ti farò crescere, ti aiuterò, ti sosterrò e quando vorrai morire, ti ucciderò. Carlo non mi ucciderà con una lama ma con l’indifferenza, valgo troppo poco per essergli rivale. Non sarò mai lui, a malapena riesco a essere me stessa». Bianca è un personaggio talmente intenso da risultare quasi intollerabile per la mente del lettore, che vuole conoscere la sua storia ma ha anche paura dell’epilogo, che non potrebbe che essere tragico. Bianca ha visto così tante volte la morte in faccia per sua scelta da sembrare ormai un essere soprannaturale, un’entità senza corpo che è stata creata dall’autrice per sconvolgerci, o forse per farci guardare più a fondo nella nostra anima.

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