Lo storico Palazzo Cervone, sito in Via Marconi 11, compie 100 anni. Immaginato dapprima come struttura alberghiera, la sua costruzione ebbe inizio nel 1921. A causa della morte prematura dell’ideatore Enrico Cervone però, l’idea di farne un albergo rimase solamente tale. Negli anni 40, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, il palazzo venne adibito ad ospedale, dove vennero curati dapprima i tedeschi e poi gli americani. Successivamente, come racconta il primo nipote della famiglia, omonimo del nonno Enrico, la struttura ospitò gli uffici del Comune e poi per tanti anni una scuola elementare, fino a divenire ad oggi, civile abitazione per la numerosa famiglia Cervone.
Una storia centenaria che si intreccia con quella del nostro Paese e riceve in sigillo una targa di riconoscimento da parte dell’Amministrazione comunale.
Negli anni in cui fu costruito lo storico Palazzo erano in corso importanti trasformazioni edilizie nella città. In modo particolare nel triangolo tra l’attuale piazza della Libertà, la vetreria e la vecchia stazione ferroviaria, sorsero vari complessi edilizi ed altri signorili fabbricati nelle falde dell’Atratina, tra cui il Palazzo Cervone.
Con la sua particolarità di essere circondato da un vasto giardino, rappresenta oggi un unicum nell’attuale centro urbano di Gaeta. In realtà questo era usuale all’epoca in cui fu realizzato.
Come scrive infatti il professore Luigi Cardi ne “Lo sviluppo urbano di Gaeta dal ‘500 al ‘900”, queste costruzioni costituivano un esempio positivo di urbanizzazione come la cosiddetta “città giardino”, così denominata la modalità di edificazione in voga in quegli anni. Se ne contavano diverse di villette circondate da verde, con un numero crescente verso la parte occidentale della spiaggia di Serapo, ponendo le basi per il successivo sviluppo turistico della zona, con la nascita anche dei primi stabilimenti balneari: Quisisana, Risorgimento, Lido, Aurora e Serapide.
In questo senso poteva essere anche l’idea di realizzare un albergo con un numero importante di camere, come quello che si affacciava da via Marconi verso la spiaggia di Serapo, allora assolutamente libera da edifici. Ma probabilmente i tempi non erano ancora maturi per i turisti e venne messo opportunamente a disposizione per le esigenze di Gaeta e dei suoi cittadini.
MARIA CONCETTA VALENTE
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