Caffè in cialde: la maggior parte sono contaminate da pesticidi. Lo studio che rivela quali sono i marchi più pericolosi per la salute.
Il caffè per noi italiani non è solo una bevanda, ma un vero e proprio rituale. Che si beva da soli, in compagnia, a casa o al bar ha sempre un significato nascosto. Un momento di puro relax per staccare la spina dai ritmi frenetici della vita quotidiana o un pretesto per fare quattro chiacchiere con un amico.
Se in passato, si faceva principalmente con la moka, negli ultimi anni sono state soprattutto le moderne macchinette per cialde e capsule a prendere il sopravvento nel settore del caffè. La maggior parte delle persone, infatti, utilizza questo metodo di preparazione poiché ritenuto più pratico e veloce.
Purtroppo, però, uno studio condotto nei laboratori della rivista tedesca Oekotest ha rivelato che su 21 cialde prese in analisi la maggioranza contiene tracce di pesticidi, in alcuni casi anche al di sopra della soglia consentita dalla Legge.
Caffè in cialde: la maggior parte contengono pesticidi, lo dimostra uno studio
La rivista tedesca Oekotest ha preso in analisi 21 diverse marche di cialde per il caffè e dai test condotti è emerso che nella quasi totalità di esse sarebbero presenti contaminanti pericolosi come pesticidi, acrilammide e furani, tre sostanze potenzialmente tossiche per gli uomini. Solo un marchio sarebbe del tutto privo di pesticidi.
Per quanto riguarda l’acrilammide, questa sostanza è stata ritrovata in tre quarti delle cialde testate. Alcuni prodotti, tra cui Caffè Crema di Cafèt (Netto) e Laudatio (Rossmann), hanno persino superato il limite di tolleranza consentito dall’Unione Europea.
Penny, Lavazza e Aldi, pur mantenendosi al di sotto del limite, hanno comunque rivelato dati allarmanti. Solo 4 prodotti presenterebbero invece una semplice traccia di acrilammide. Tra questi c’è anche Lidl.
Il furano è invece presente in tutte le marche testate. Un dato che diventa alquanto allarmante se si considera che la maggior parte delle persone consuma in media 4 tazzine di caffè in cialde al giorno. L’altro grande problema riguarda la presenza di residui di pesticidi, contenuti in tre quarti dei caffè testati.
In particolare, il Caffeciao Caffè Crema di Norma è risultato contenere molteplici tracce di pesticidi diversi al di là del semplice glifosato. Tra i marchi italiani più conosciuti, soltanto Lavazza e Lidl non presenterebbero questa criticità.