Casa Editrice: Kimerik Edizioni
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 286
Prezzo: 16,00 €
“La ricreazione a distanza. Una manica di studenti alle prese con quei pezzi di insegnanti” di Michele Canalini tratta di cosa vuol dire essere docenti ai giorni nostri, quando alle scuole fatiscenti, ai programmi obsoleti e ai problemi di inclusività si aggiunge anche una pandemia che ha reso ancora più difficile il loro compito. L’autore presenta un’opera a metà strada tra il saggio e il romanzo, come si afferma nella prefazione al testo: «Il percorso delineato dall’autore si sviluppa essenzialmente lungo due strade. Una è di tipo narrativo, e vede protagonista un insegnante frustrato, un po’ cinico, il cui atteggiamento però appare al lettore quasi legittimato da una serie di problematiche che affliggono la scuola (precariato, bullismo, per non parlare della pandemia e di tutte le difficoltà che ha comportato). Non mancano elementi psicanalitici e l’autore non ci risparmia i pensieri del protagonista, talvolta una vera e propria valanga di parole, totalmente senza filtri. La seconda strada è quella improntata sulla saggistica: come è cambiata la scuola, quali sono le leggi che l’hanno caratterizzata, i passi avanti (e quelli indietro) compiuti. Spesso le due strade si intrecciano, non perdendo il ritmo narrativo così ben cadenzato». Nella parte dedicata al romanzo incontriamo questo insegnante sull’orlo di una crisi di nervi, alle prese con le sue classi di scalmanati; siamo al primo giorno di scuola ed egli è indeciso se rispondere subito alle provocazioni degli studenti o resistere alla tentazione di esplodere. Il protagonista è amareggiato dal suo ruolo di docente in cui non si sente apprezzato e incentivato a migliorarsi; allo stesso tempo ha a cuore i suoi alunni, anche quelli che meno sopporta, e verso i quali pronuncia nell’intimo dei suoi pensieri delle crudeli quanto esilaranti invettive. Il lettore lo sorprende spesso e volentieri ad evadere dalla realtà, per rintanarsi in un angolo protetto dove non deve lottare contro l’ignoranza o l’arroganza non solo dei ragazzi ma anche degli altri insegnanti, verso cui prova un certo risentimento alimentato dalle sue idiosincrasie. Nella parte dedicata al saggio, che si intreccia perfettamente con quella romanzata, si narra dell’evoluzione della scuola italiana parallelamente alla storia del nostro Paese, dal 13 novembre 1859 – data importante per l’istruzione in cui si pone la firma del Regio Decreto da parte di Gabrio Casati – fino ai giorni nostri, segnati da travagliate vicende che impediscono alla scuola di evolversi e di proiettare i giovani verso il futuro con i necessari e adeguati strumenti.
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