Nell’evoluzione dell’attuale mondo lavorativo sono due le parole diventate cruciali: flessibilità e specializzazione del mercato del lavoro. Quando parliamo di azienda flessibile facciamo riferimento ad un’attività che deve essere in grado di adattarsi alle nuove esigenze del mercato. In alcuni periodi dell’anno, ad esempio, il volume di lavoro potrebbe raddoppiare o addirittura triplicare rispetto agli standard, e in questi casi è necessario assumere personale subito pronto. Allo stesso modo il volume di lavoro potrebbe diminuire in altri periodi dell’anno, quindi in questi casi è richiesto meno personale.
Altra parola d’ordine è specializzazione, soprattutto alla luce della diffusione di nuovi trend come l’Intelligenza Artificiale e le competenze green. Le aziende sono alla ricerca continua di professionisti specializzati e competenti in determinati settori, in grado di offrire e portare un reale vantaggio competitivo.
Come essere un’azienda flessibile con la certezza di assumere personale realmente qualificato e in possesso dei requisiti richiesti? Tramite la somministrazione di lavoro. Si tratta di una forma contrattualistica di lavoro, sempre più diffusa, che vede coinvolti tre attori: l’impresa, detta utilizzatore, l’agenzia per il lavoro che fornisce il personale, detta somministratore, e infine il lavoratore che viene mandato in missione per un’attività che ne fa richiesta.
Per le aziende che devono assumere, la somministrazione di lavoro assicura una serie di vantaggi. Per prima cosa c’è la certezza di assumere personale qualificato, competente e in possesso dei requisiti richiesti. In questo modo si dà un bel taglio ai costi necessari per l’assunzione del personale e si recupera anche tempo prezioso da dedicare al core business dell’azienda. Inoltre tutti gli aspetti legali e burocratici vengono affrontati dall’agenzia del lavoro, quindi le aziende non devono occuparsi di carte e scartoffie per l’assunzione che portano via tempo prezioso.
Il contratto di somministrazione può essere di due tipologie: a tempo determinato e a tempo indeterminato. L’azienda può scegliere quello che ritiene più opportuno secondo le sue necessità.
Nella somministrazione del lavoro a tempo determinato l’azienda richiede le prestazioni di un lavoratore per un periodo prestabilito. Terminato il periodo di somministrazione, il contratto decade automaticamente senza necessità di preavviso. Tuttavia l’azienda può anche rinnovare il contratto, la cui durata può andare da un minimo di un mese fino ad un massimo di 24 mesi, ma in alcuni casi può arrivare anche a 36 mesi.
Questo contratto si caratterizza per la sua flessibilità, poiché le aziende possono assumere per un periodo limitato, magari quando ci sono picchi di lavoro o per sostituire un dipendente in maternità o in malattia, senza accollarsi le spese previste per un’assunzione a tempo indeterminato.
E poi c’è il contratto di somministrazione a tempo indeterminato, in cui il lavoratore viene assunto per un periodo di tempo non specificato, cioè senza una data di fine prevista. Il contratto può essere risolto solo per giusta causa o per una consensuale rescissione da entrambi le parti.
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