Cardillo Cupo: “Un Paese in corto circuito Politico e Sanitario”

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“Siamo ormai un Paese entrato in un corto circuito politico e sanitario, le cui vittime – neanche a dirlo – sono sempre e solo i cittadini e le fasce più deboli della popolazione.
Di episodi ne abbiamo a iosa, il che testimonia che l’Italia è soggetta a una ingovernabilità temporale decisa in estate, perché altrimenti non si spiegherebbe l’atteggiamento lassista, superficiale e pilatesco che a effetto domino è diffuso oggi, alla recrudescenza del Covid-19, in ogni ambito degli apparati Amministrativi.
Al di là di alcuni aspetti che sono ormai la griffe del Governo centrale, come la chiusura totale demandata alla scelta di responsabilità dei sindaci, che restano gli unici che fanno politica e amministrazione in trincea, con il contatto diretto con la collettività e le criticità, assistiamo a una miopia d’azione inaccettabile da parte di chi dovrebbe rivestire il ruolo di guida in una comunità, sia essa Italia, Regione o Comune.
Chi avrebbe dovuto pianificare la preparazione per una seconda (certa) ondata del Covid-19 in realtà ha trascorso una bella estate, dal governatore Zingaretti a molti suoi colleghi con qualche rara eccezione (vedi Zaia in Veneto), che hanno navigato a vista in tema di trasporto, scuola e sanità, obbligando le Partite Iva ad adeguarsi per poi “lucchettarli” successivamente : in questo Paese lo Stato ha punito chi faceva rispettare le regole (penso alle palestre, ai ristoranti, ai bar, ai cinema, ai teatri…) mentre i comparti pubblici (leggi trasporti) sono quelli che hanno veicolato maggiormente il virus per il mancato adeguamento alle nuove norme e la totale assenza di controlli.
In questo scacchiere del folklore assistiamo ogni giorno ad esempi che lasciano il cittadino interdetto.
Basti pensare al ministro della Sanità, Roberto Speranza, impegnato in estate a confezionare un libro sul coronavirus salvo poi creare una pantomima sull’uscita dello stesso e sull’eliminazione di alcuni capitoli, esercitandosi nella scrittura piuttosto che nel potenziamento del comparto sanitario, lasciando gli operatori sanitari in balia delle onde, con malati oggi riversi in terra su materassi di emergenza!
Per non parlare della pantomima di queste ore tra il governatore della Sicilia Musumeci che contesta la presa di posizione del sindaco di Palermo Orlando, che dichiara apertamente che a breve si verificherà una strage perché siamo al collasso del sistema sanitario: insomma, da una parte chi ostenta tranquillità e dall’altra chi usa termini roboanti per terrorizzare una popolazione più disorientata dai suoi governanti che dal virus.
O, come esempio grottesco dell’ultima ora, come non inorridire davanti alla incredibile posizione, con annesse dichiarazioni, di Saverio Cotticelli, commissario alla sanità in Calabria, che sembrava catapultato in questo mondo dopo un letargo lungo chissà quanti anni, manifestando stupore che il piano anti Covid dipendesse da lui.
Siamo al surreale perché al di là di una mancata responsabilità di un funzionario con ampi poteri che non sa qual è la sua funzione, si assiste in realtà anche al menefreghismo di chi gli sta attorno, perché se una relazione di un piano tarda in piena pandemia la colpa (e il dolo) non sono ascrivibili solo a una persona.
O ancora, la richiesta di un immediato lockdown a tutto il Paese affinché si possa festeggiare il Natale in famiglia? Forse, a Natale le famiglie potranno anche riunirsi ma difficilmente potranno consumare il pasto della tradizione.
Un segno che non c’è in seno al Governo Conte lungimiranza e pianificazione, ma azioni dettate più dall’istinto che dalla ragione, una politica figlia del più becero populismo che ha sempre preferito parlare alla pancia degli italiani da parte di chi vestiva i panni del capopopolo, dimenticando che un popolo si guida con la ragione.
L’Italia sta affrontando l’ora più buia della sua storia Repubblicana con una classe dirigente non all’altezza, incompetente, sciatta e superficiale, figlia di un clientelismo nato, sviluppatosi, ingranditosi e incancrenitosi nel corso degli anni a spese dei cittadini.
Come Associazione staremo chiaramente al fianco delle vittime di questa palese incompetenza e di quanti vorranno denunciare questo stato di cose. 
È giunto il momento che la Magistratura inizi ad analizzare seriamente quella che, dopo oltre un anno, non può più definirsi come un’emergenza individuando i responsabili di questo disastro nazionale.
Continuare a sventolare il drappo dell’emergenza per giustificare omissioni, ritardi ed errori clamorosi è troppo comodo oltre che troppo ingiusto per gli Italiani, ai quali oramai non resta che sperare quantomeno in un autorevole intervento da parte del Presidente della Repubblica.”

Così in una lettera aperta l’Avv. Pasquale Cardillo Cupo, presidente dell’Associazione Cesare Beccaria