Carro allegorico di Carnevale: Una brutta storia fra cattivo gusto, razzismo e tanta ipocrisia

Ci sono giunte da più parti segnalazioni di sdegno e preoccupazione per il tema trattato da uno dei quattro carri allegorici che dovrebbero sfilare per le strade di Gaeta in occasione del prossimo Carnevale.
 
Innanzitutto non conosciamo molti casi nei quali dei carri allegorici, da sempre lo strumento del popolo per prendere in giro chi sta al potere, vengano organizzati direttamente dalla stessa Amministrazione, fatto che ci pare stranissimo.  Sappiamo invece dal regolamento approvato con la Determinazione Dirigenziale n. 254 del 19.10.2017 che il Comune “contribuirà alle spese di organizzazione e realizzazione del Carnevale di Gaeta con un contributo di €.50.000,00”.
 
Dallo stesso regolamento al punto 9 dell’Art.2 si legge: “Non saranno presi in considerazione progetti che incitino alla violenza, all’odio razziale, politico, sessuale o di genere”. Sembra invece a molti che questo punto del regolamento sia stato violato dato che il tema trattato dal carro in questione, “Immigrati: chi diavolo comanda?”,  sulla locandina di promozione è raffigurato con una barca che affonda e al di sotto una serie di figure di colore (una di queste tra l’altro con un’ inspiegabile kippah ebraica in testa) con al centro però un diavolo anch’esso di colore e vestito a metà tra un giullare e uno sciamano di una tribù africana.  Sarebbe stato molto più allegorico a nostro avviso se il diavolo fosse stato raffigurato con la carnagione bianca e in giacca e cravatta, come è il reale aspetto di chi invade, fa guerra e specula maggiormente sul traffico dei migranti e i suoi effetti, ma non siamo tutti dotati delle stesse sensibilità artistiche o sociali.
 
Qualunque sia l’interpretazione del significato espresso dal carro allegorico (razzismo mal celato o senso estetico penoso di una satira banalizzante) è evidente a tutti il gusto orrendo usato nel fare ironia su migliaia di esseri umani, molti dei quali donne e bambini, che muoiono ogni giorno nei nostri mari. Un senso dell’opportunità ancor meno adeguato in un momento così drammatico e in cui l’allarme razzismo è ai massimi livelli a seguito di fatti drammatici come la strage di Macerata.
 
Benedetto Crocco

D’altronde non ci aspettiamo grande sensibilità sul tema dell’antirazzismo e dell’antifascismo da chi non ha avuto problemi, come il Sindaco Mitrano, a candidare nelle proprie liste un esponente di Forza Nuova, la formazione politica che ha dichiarato esplicito supporto allo stragista Luca Trani, al punto da offrire di pagare le sue spese legali. Ancor più disgustosa ci appare però l’ipocrisia di molti dei quali oggi recriminano sulla vicenda in questione. Ci chiediamo dove erano tutti questi convinti democratici che si sentono ora tanto scandalizzati, quando neanche un anno fa si permetteva ad organizzazioni dichiaratamente neofasciste di partecipare al dibattito elettorale. Quelle stesse persone che appoggiano le politiche neoliberiste dell’attuale governo che altro non fanno che aumentare le disparità sociali e la lotta tra poveri all’origine del razzismo strisciante che cresce in tutta la Nazione. Esponenti locali del partito di Minniti che oggi equipara di fatto il fascismo all’antifascismo, il razzismo all’antirazzismo, cercando di impedire la manifestazione di risposta alla tentata strage di Macerata prevista per il 10 Febbraio alla quale il Partito Comunista comunque parteciperà. Per questi è più grave un carro allegorico in odore di razzismo che sfila piuttosto che un corteo nazionale antirazzista che non può sfilare per repressione governativa.

 
Il Partito Comunista invece propone, per arginare i fenomeni di sfruttamento, di ricatto sui lavoratori e di speculazione sul traffico di migranti, che sia istituito un salario minimo intercategoriale, idoneo a garantire un’esistenza dignitosa e al quale nessun contratto tra le parti sociali possa derogare, l’abrogazione di tutte le leggi che legittimano situazioni di precarietà del lavoro o che discriminano i lavoratori per genere , età, nazionalità, lotta senza quartiere contro il caporalato, sotto qualsiasi forma. Riteniamo che l’unico antidoto efficace al dilagare all’avanzata del fascismo e del razzismo sia comunque  l’azione diretta a contatto con le classi popolari per far comprendere a tutti gli sfruttati che il nemico è il padrone e i suoi rappresentanti politici, non l’immigrato.
 
Benedetto Crocco – Partito Comunista, Sezione “Mariano Mandolesi” di Gaeta
 
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