La Corte di Cassazione ha isolato in quale nuovo caso il debitore debba dire addio alla prescrizione delle cartelle esattoriali.
La prescrizione è un istituto giuridico che determina la perdita del diritto a esigere un credito dopo il decorso di un certo periodo di tempo. Detta più semplicemente, quando un creditore (lo Stato, una banca o un ente di riscossione) non esercita il diritto al recupero della somma che gli spetta entro un determinato termine, il diritto stesso si estingue e non può più essere reclamato.
Quindi, la legge impone per ogni debito, compreso quello notificato e veicolato dalle cartelle esattoriali, un termine di prescrizione. Tale termine è un periodo varia a seconda del tipo di diritto od obbligazione. Ma è a tutti noto che tale istituto giuridico può essere interrotto. Alcune azioni possono far ripartire il conteggio del tempo. Per esempio, un pagamento parziale, una richiesta formale di pagamento (quindi una notifica) o un procedimento legale possono interrompere la prescrizione.
Anche le cartelle esattoriali, i temutissimi atti attraverso cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione richiede il pagamento di tributi non pagati, hanno specifici termini di prescrizione. E pure in questo caso i termini variano in base al tipo di tributo. I tributi erariali hanno un periodo di prescrizione diverso dai contributi previdenziali e dalle multe stradali, dunque… Per esempio, le imposte relative all’IRPEF, all’IRES e all’IVA si prescrivono dopo dieci anni. Le imposte locali (IMU, TARI, multe stradali) e i contributi previdenziali vanno in prescrizione dopo cinque anni…
Per interrompere la prescrizione, di solito l’AdE interviene con una notifica. Ma da oggi in poi c’è una novità che metterà in crisi tantissimi contribuenti. Una recente decisione della Corte di Cassazione ha infatti stabilito che la richiesta di rateizzazione delle somme dovute interrompe la prescrizione, facendo sì che il periodo l’istituito giuridico riparta da zero.
Quindi nel momento in cui un debitore si muove con una richiesta di rateizzazione delle somme dovute, di fatto, interrompe la prescrizione delle cartelle esattoriali. Ciò significa che, anche se vi è un vizio di notifica della cartella, la richiesta di dilazione del pagamento implica il riconoscimento del debito e interrompe il conteggio degli anni che possono portare all’annullamento del debito.
La decisione della Corte di Cassazione di cui stiamo parlando è l’ordinanza n. 27504 del 23 ottobre 2024. Un’ordinanza che determinerà molti cambiamenti per i contribuenti. In tanti, per esempio, non potranno più eccepire una mancata conoscenza delle cartelle esattoriali se avranno richiesto la rateizzazione.
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