Cassino – Teatro, in scena la farsa napoletana: “A chi la dà e a chi l’apprumett”

Torna in scena la farsa napoletana con la comicità, l’esasperazione, l’ingenuità e il folklore partenopei interpretati dagli attori della Compagnia del Centro Universitario Teatrale di Cassino. Lo spettacolo al suo debutto, interamente scritto da Anna De Santis, per la regia e le musiche del maestro Antonio Lauritano, con toni forti e spassosi trascina con sé la magia del teatro di fine Ottocento, l’ironia femminile colorata da burle e bugie, lo spirito e l’arguzia del saper fare napoletano. “Spettacolo comicissimo”: così spesso recitavano i sottotitoli delle farse in scena alla fine del XIX secolo. Un genere semplice e leggero, dalla struttura e dai contenuti coinvolgenti, dal gusto naif, ricco di doppi sensi ma privo di volgarità. Poco rappresentato sulle scene teatrali degli ultimi decenni, la farsa ritroverà il giusto vigore sul palco del Teatro Manzoni di Cassino, lunedì 30 marzo alle ore 21:00, grazie all’intero cast di attori insieme alle voci dei 30 elementi del Corso di Canto Scenico e per Musical del Cut. Ai dialoghi in dialetto napoletano si alterneranno, infatti, alcune brevi canzoni con accompagnamento dal vivo, che, lungi dall’essere un riempitivo, faranno parte a pieno titolo della storia narrata.

Approfittando del testo di Anna De Santis, abbiamo voluto far riassaporare al pubblico quel gusto dolce e amabile di situazioni e battute esilaranti, di personaggi ‘esagerati’, di una recitazione spesso sopra le righe – spiega il regista Lauritano sottolineando che – gli attori sono stati chiamati a un impegno doppio in quanto il genere farsa esige anche uno sforzo fisico considerevole, proprio per dare ad esso quelle cadenze e quei ritmi spesso al limite del parossistico”. Ed è proprio l’estremizzazione la chiave di lettura dello spettacolo: tutto è portato al limite, dalla caratterizzazione dei personaggi ai trucchi di scena, dalle vicende di cui i protagonisti sono di volta in volta vittime o artefici alla gestualità e ai comportamenti.

Ma non è l’unica. Anna De Santis, infatti, precisa come sia anche e soprattutto “l’ironia a essere dominante per la durata di entrambi gli atti dello spettacolo”. L’autrice, infatti, la pone in forte risalto nell’abilità delle donne a gabbare uomini potenti nel loro lavoro ma impotenti davanti al fascino femminile, nel dipingere alcuni maschi secondo gli stereotipi più classici, nel rappresentare l’amministrazione cittadina gestita in realtà da un semplice messo comunale piuttosto che dal sindaco, nella capacità delle comari di prendersi in giro esasperando il loro appeal nel gioco delle parti con gli uomini presenti nella loro vita.

La trama si sviluppa sulla storia di Donna Lucia, giovane casalinga che tiene maniacalmente pulita la casa, e del marito Gennaro, usciere comunale, detto “il cazzone” sia per la sua intelligenza non particolarmente pronta, sia per il fatto di non riuscire ad avere figli. Donna Carmela, la comare e intima amica di Lucia, le propone di uscire da questa situazione usando, così come lei stessa ha fatto, il teorema “A chi si dà – pressoché nessuno – e a chi si promette – tutti”. In pochissimo tempo donna Lucia, attraverso stratagemmi esilaranti, oltre a colmare la sua famiglia di ogni ben di dio, riesce anche a ottenere una casa nuova di fronte al mare. La situazione si complica quando scopre di essere rimasta incinta ma, con l’aiuto di donna Carmela e della fidata e furbissima cameriera Filomena, riesce non solo a mantenere intatti i suoi “rapporti” ma anche a far credere a ognuno dei suoi pretendenti che il figlio in arrivo sia il loro.  

 

 

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