C’è il rischio che il buono fruttifero postale diventi infruttifero? Poste Italiane finalmente risponde

Teoricamente, un buono fruttifero può diventare infruttifero quando smette di guadagnare interessi… Può succedere anche con i BFP?

I buoni fruttiferi postali sono strumenti di investimento molto diffusi e apprezzati. Piacciono perché sicuri, di facile accesso e soggetti a tassazione vantaggiosa. La sicurezza deriva dal fatto che i BFP sono emessi da Poste Italiane ma sono anche garantiti dallo Stato Italiano. Sono poi facili da acquistare (si possono sottoscrivere in qualsiasi ufficio postale o tramite canali online.

Buono fruttifero: soldi bruciati
C’è il rischio che il buono fruttifero postale diventi infruttifero? Poste Italiane finalmente risponde – gazzettinodelgolfo.it

Inoltre, esistono tante diverse tipologie di buoni fruttiferi postali, con durate e rendimenti differenti. Di conseguenza, gli investitori e i risparmiatori hanno un ampio ventaglio di scelta per poter trovare l’opzione che meglio risponde alle loro esigenze. L’aggettivo “fruttifero” che si accompagna al sostantivo “buono” implica che lo strumento è in grado di generare interessi nel corso del tempo.

Dunque, sottoscrivendo un buono postale, alla fine del periodo indicato dal contratto, oltre al capitale inizialmente investito, il titolare ottiene pure un rendimento aggiuntivo. Tale surplus è basato su un tasso di interesse, che aumenta appunto il valore complessivo dell’investimento.

Esiste però anche il rischio che il buono fruttifero postale diventino infruttifero. Ne ha parlato anche Poste Italiane, chiarendo come funziona questo particolare meccanismo e in che modo evitare che l’investimento non generi rendimenti aggiuntivi.

Quando il buono postale smette di essere conveniente: da fruttifero a infruttifero

Se i buoni fruttiferi non vengono incassati entro la data di scadenza indicata sul buono stesso diventano di fatto infruttiferi. Quindi, è questa la fattispecie rischiosa. Bisogna fare attenzione alla data di scadenza. Anche se gli interessi possono sempre essere recuperati fino alla data di prescrizione, che è di dieci anni dalla data di scadenza.

Uomo arrabbiato
Quando il buono postale smette di essere conveniente: da fruttifero a infruttifero – gazzettinodelgolfo.it

Per esempio, se un BFP ha una scadenza fissata al 2 gennaio 2025, non potrebbe essere più incassato a decorrere dal 3 gennaio 2035, in quanto prescritto. Dopo la prescrizione, il titolare perde di fatto il diritto di recuperare non solo il capitale investito ma anche tutti i relativi interessi maturati.

La regola dei dieci anni di prescrizione per BFP è una norma generale prevista dal Codice Civile Italiano. Tale regola stabilisce che i crediti derivanti da contratti, come i BFP, si prescrivono dopo dieci anni. Dunque, per evitare questa spiacevole situazione è importantissimo verificare sempre la data di scadenza e quella di prescrizione dei BFP posseduti. Per essere sicuri che il buono non diventi infruttifero bisogna incassarlo tempestivamente. Sul web è pieno di notizie circa vecchietti o eredi che ritrovano buoni postali di trentacinque o quarant’anni fa, che poi Poste non può più rimborsare.

Poste Italiane, nella sua FAQ ufficiale, dopo aver spiegato che il buono fruttifero diventa infruttifero dal giorno successivo alla scadenza naturale del titolo, ricorda che per i buoni postali ordinari emessi fino al 27 dicembre 2000, la regola cambia. Questi particolari buoni restano fruttiferi fino al compimento del trentesimo anno solare successivo a quello di emissione.

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