Per le persone che hanno appena iniziato una nuova occupazione può essere difficile ottenere un finanziamento, soprattutto se sono giovani e alla loro prima esperienza lavorativa. Senza fornire agli istituti di credito adeguate garanzie, e più in particolare una persona solida e affidabile disposta a fare da garante, le loro chance di riuscire ad ottenere un prestito sono davvero molto basse.
La cessione del quinto rimane un’opzione valida anche per i neoassunti. Nonostante questa particolare formula di finanziamento sia solitamente riservata ai dipendenti pubblici e privati e ai pensionati, anche i neoassunti possono ottenerla, ma a determinate condizioni. Essi infatti devono aver firmato un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Come visto qualche riga fa, gli istituti di credito non richiedono ulteriori garanzie oltre alla presenza di uno stipendio e del TFR. Il trattamento di fine rapporto viene accumulato nel corso degli anni di servizio, quindi i lavoratori che sono stati appena assunti non possono vantare un TFR tale da coprire il finanziamento richiesto.
Per questo motivo è stato fissato un limite minimo di anzianità di servizio necessaria per poter ottenere il prestito con cessione del quinto. Sotto questo aspetto esistono delle importanti differenze tra dipendenti pubblici o statali e dipendenti privati, con i primi che risultano essere decisamente avvantaggiati rispetto ai secondi.
Sono tanti gli aspetti della cessione del quinto che hanno portato questa tipologia di prestito personale ad essere una delle più richieste. Permette di ottenere importi anche abbastanza elevati in tempi contenuti, da restituire in piani di rimborso che possono durare fino a 10 anni; le rate di rimborso vengono pagate direttamente dal datore di lavoro, che trattiene l’importo in busta paga.
Trattandosi di prestito personale, il richiedente non deve giustificare il motivo della sua domanda di prestito ed i soldi ottenuti possono essere spesi in totale autonomia. Non bisogna presentare ulteriori garanzie: basta la presenza di uno stipendio e del TFR e la sottoscrizione delle coperture assicurative contro il rischio vita e perdita di impiego previste dalla legge.
Un altro vantaggio è rappresentato dall’entità della rata, che non può essere più alta del 20% della retribuzione mensile netta e rimane fissa per l’intera durata del rimborso: massima sostenibilità per riuscire ad organizzare al meglio le spese. Pure i cattivi pagatori ed i protestati possono richiedere la cessione del quinto.
I dipendenti delle aziende private possono richiedere il prestito con cessione del quinto solo se l’impresa per cui lavorano presenta i requisiti dimensionali di finanziabilità. In altre parole, per non essere considerate piccole aziende, devono avere almeno sedici dipendenti. Inoltre, i nuovi assunti devono raggiungere almeno un anno di anzianità lavorativa per poter ottenere il finanziamento.
Il discorso è diverso per i dipendenti pubblici e statali. Il loro datore di lavoro, che è direttamente indirettamente lo Stato, risulta essere molto più affidabile agli occhi delle banche e delle società finanziarie. Quindi non ci sono limiti dimensionali e spesso le condizioni applicate (dagli importi massimi ai tassi di interesse) sono più vantaggiose. Per quanto riguarda i neoassunti, ai dipendenti pubblici bastano tre mesi di anzianità di servizio, oltre all’eventuale periodo di prova, per richiedere il prestito con cessione del quinto.
Bisogna infine aggiungere che alcune banche hanno predisposto delle offerte pensate appositamente per chi ha appena firmato un contratto di lavoro e quindi non ha TFR maturato. Naturalmente si tratta di operazioni più rischiose per gli istituti di credito, quindi sono previste delle limitazioni. L’importo erogato infatti non può andare oltre i 15.000 euro e i piani di rimborso possono avere una durata massima di cinque anni, a differenza dei dieci previsti per la cessione del quinto tradizionale.
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