Stiamo parlando del cosiddetto fenomeno degli expat, che cercano un’alternativa alle tante difficoltà in un paese che non sempre riesce a offrire abbastanza in termini professionale. Ogni anno il numero dei partenti cresce sempre di più, con buona pace degli affetti familiari e dell’economia italiana, scossa dalla fuga dei cervelli. Cervelli che, oggi, ragionano sempre più spesso in digitale.
Fenomeno expat: i dati e il mondo del lavoro
Negli ultimi 13 anni il fenomeno degli expat in Italia è andato incontro ad un vero e proprio boom, come testimoniano fra l’altro i dati contenuti nel report Italiani Nel Mondo, firmato da Fondazione Migrantes.
Secondo il rapporto, infatti, è stato registrato un incremento del numero di partenti del +70%, nel periodo preso in considerazione. In sintesi, ci troviamo di fronte ad un aumento del numero di iscritti all’AIRE di oltre 2 milioni di unità, visto che in 13 anni si è passati da 3 a 5 milioni circa di italiani residenti all’estero.
Se si approfondisce la ricerca, poi, c’è anche un altro dato che colpisce: il 48% degli expat proviene dal Sud Italia, il che testimonia le grandi difficoltà economiche e lavorative delle regioni del Meridione. Chi resta, infatti, comunque pensa al trasferimento in un futuro quasi immediato: al punto che 2 italiani su 3 al momento stanno riflettendo sulla possibilità di andare all’estero, proprio per cercare un lavoro.
Dal trasloco al talento digitale degli expat
Le tecnologie hanno indubbiamente favorito gli expat. Al primo posto va detto che oggi si può cercare lavoro direttamente dall’Italia tramite i vari portali, e lo stesso dicasi per la casa, così da poter rendere più “morbido” l’impatto con la nuova realtà. Esistono poi anche altri aspetti legati al trasferimento che vengono resi più semplici e veloci, si pensi alla possibilità di effettuare un trasloco internazionale affidandosi ad un’azienda specializzata come Blissmoving ad esempio, così da non doversi preoccupare di tutti gli aspetti e del disbrigo delle pratiche burocratiche.
In fondo poi il web non aiuta soltanto a livello pratico, ma anche con lo stesso lavoro, perché attualmente molti ragazzi che hanno scelto di partire per l’estero sono nomadi digitali. Cosa vuol dire? Si tratta di giovani laureati che si occupano delle “professioni 2.0”, ovvero quelle legate a Internet, come nel caso dei SEO e dei social media manager. Siccome basta una connessione alla rete attiva, questi expat possono lavorare ovunque nel mondo.
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