“Abbiamo trascorso la bella stagione a gridare alla nuova battaglia, quasi tutti uniti, abbracciati in segno di un nuovo spirito comunitario dalle caratteristiche trasversali ed ecco che con il primo giorno d’autunno cadono i sogni estivi.
Per carità, niente di nuovo sotto il sole della provincia di Latina ma ancora una volta eletti ed elettori restano delusi da quello che avviene in Parlamento, perché le decisioni restano sempre sospese sopra le nostre teste. Così apprendiamo con un certo stupore seppure abituati alle delusioni e al carico di occasioni mancate che il viceministro alle infrastrutture Giancarlo Cancelleri, in quota M5S, sta rimodulando il progetto sulla Roma-Latina. Segno che quest’estate siamo stati profetici, come novelle Cassandra: per l’ennesima volta, dopo aver trovato quasi un accordo unanime tra le parti per un’infrastruttura fondamentale per il futuro del territorio, ecco che si deve ridiscutere del progetto dal punto di vista del finanziamento e dell’impatto ambientale, continuando a perdere tempo e ad offendere la qualità di quelle figure professionali che finora si sono impegnate allo stremo per trovare una soluzione adeguata.
Fa anche sorridere, permettetemi, la finezza del rappresentante governativo dei Cinque stelle quando afferma che l’opera resta prioritaria e che non è affatto in discussione, sconfessando se stesso, le sue parole e i suoi obiettivi quando afferma che il progetto sarà di nuovo interpretato, portando come soluzione anche l’utilizzo contestuale del trasporto su rotaia, che pare tanto un piano B già bello, pronto e confezionato. Forse non sa che qui il tempo è prezioso e in provincia di Latina non abbiamo mai avuto come alleato la clessidra: fermare ma anche semplicemente rimandare la Roma-Latina e Cisterna-Valmontone appartiene alla propaganda immobilista dei Cinque Stelle che continua, al pari delle liste civiche, a fare un enorme danno al Paese tutto. Forse siamo davvero arrivati a un punto di non ritorno, dove l’incertezza dei tempi domina pareri, consensi e riflessioni.
Latina in questa ottica continua ad essere considerato come una periferia estrema, non come la seconda città del Lazio dopo Roma che guarda alla Capitale per creare impulso e sviluppo. Quando avevo espresso gioia e soddisfazione per l’ok di questa opera avevo anche ricordato “le perplessità degli iter burocratici, che hanno la caratteristica di rallentare ogni tipo di azione. Mentre il governo centrale decide di non decidere prendendo tempo”: ebbene, non sono stato sconfessato. Forse nemmeno i miei nipoti vedranno mai la realizzazione di queste due fondamentali e necessarie opere per la sopravvivenza e lo sviluppo del territorio pontino”.
Pasquale Cardillo Cupo – consigliere provinciale Fratelli d’Italia
presidente Commissione Lavori Pubblici
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