“Da noi due prosciutti su tre sono venduti come italiani, ma provengono da maiali allevati all’estero, come anche stranieri sono tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro, come pure dall’estero arriva la metà delle mozzarelle e dalla Cina il concentrato di pomodoro. Occorre introdurre anche qui l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, come ha chiesto il 96,5% degli italiani nella consultazione pubblica on-line (con 26.547 partecipanti) sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari promossa dal Ministero delle Politiche Agricole”.
È la richiesta della Coldiretti a seguito dell’autorizzazione concessa dall’Unione Europea alla Francia di introdurre un sistema di etichettatura di origine per carne e latte contenuti nei prodotti trasformati. “L’autorizzazione è stata concessa sulla base del regolamento comunitario N.1169 del 2011 entrato in vigore il 13 dicembre del 2014 che – spiega la Coldiretti – consente ai singoli stati membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole”.
“In Italia vogliamo altrettanto, ossia la previsione obbligatoria di etichetta dove ancora manca, dai formaggi ai salumi, dalle conserve ai succhi di frutta, fino al latte uht” precisa Coldiretti. La mancanza di etichettatura può essere ingannevole per i prodotti lattiero-caseari, per le carni trasformate, per la frutta e la verdura trasformate, ma anche per la pasta e per il latte a lunga conservazione. “Dobbiamo portare sul mercato – spiega Carlo Crocetti, presidente della Coldiretti di Latina – il valore aggiunto della trasparenza”. “L’obbligo di indicare in etichetta l’origine è una nostra battaglia storica che – ricorda il direttore della Coldiretti di Latina Paolo De Ciutiis – con la raccolta di un milione di firme alla legge di iniziativa popolare ha portato all’approvazione della legge n.204 del 3 agosto 2004, grazie alla quale è diventato obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte fresco e quella della passata di pomodoro in Italia”.
Ma l’etichetta resta anonima per quasi la metà della spesa, dai formaggi ai salumi, dai succhi di frutta alla pasta al latte uht e dal concentrato di pomodoro ai sughi pronti. A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è obbligatorio indicare varietà, qualità e provenienza dell’ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004 è stato introdotto il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il paese di origine del miele. L’Italia sotto il pressing della Coldiretti ha fatto scattare il 7 giugno 2005 l’obbligo di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, a ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo italiano e a partire dal 2008 l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
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