Colesterolo, i cachi si possono mangiare o no? Come stanno le cose

Sono in tanti a chiedersi se chi soffre di colesterolo alto può mangiare i cachi: ecco svelata la risposta definitiva.

Il cachi (Diospyros kaki), è un frutto autunnale dalla forma arrotondata e dalla buccia liscia e sottile dal colore giallo aranciato o rossastro in base al livello di maturazione. La polpa presenta una consistenza molto morbida e gelatinosa ed un sapore dolcissimo che rendono questo frutto particolarmente apprezzato da grandi e piccini.

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Colesterolo, i cachi si possono mangiare o no? Come stanno le cose (Gazzettinodelgolfo.it)

Originario della Cina, il cachi si è poi diffuso in Giappone fino ad arrivare in altre parti dell’Asia come Corea, Vietnam e India. Grazie alle esplorazioni marittime e al commercio internazionale del XVI secolo, i cachi hanno raggiunto anche l’Occidente ed oggi sono coltivati in diverse zone del mondo, tra cui Spagna, Italia, Grecia, Turchia, Brasile e Stati Uniti.

La sua ampia diffusione è senza dubbi dovuta al fatto che esistono diverse varietà di cachi che lo rendono molto resistente ed adattabile. Pur essendo ricco di benefici per la salute dell’organismo, sono in tanti a chiedersi se il cachi si possa mangiare qualora si soffra di colesterolo alto.

I cachi si possono mangiare con il colesterolo alto?

Sono in tanti a chiedersi se il cachi sia adatto alla dieta di coloro che soffrono di colesterolo alto. Di sicuro, si tratta di un frutto dai notevoli effetti benefici. Grazie al contenuto di vitamina C fungono da antiossidanti e contrastano l’azione dei radicali liberi. Inoltre, rafforzano il sistema immunitario e favoriscono la produzione di collagene. La presenza di vitamina A, invece, è utile per la salute degli occhi, delle ossa e del sistema immunitario.

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I cachi si possono mangiare con il colesterolo alto? (Gazzettinodelgolfo.it)

I cachi sono inoltre un’ottima fonte di fibre, importanti per la regolarità intestinale, la digestione e la prevenzione di disturbi gastrointestinali. In più, aiutano a tenere sotto controllo l’appetito in quanto donano un immediato senso di sazietà. Infine, contengono antiossidanti che aiutano a ridurre gli stati infiammatori e proteggono le cellule dai danni ossidativi.

In particolare, sono un vero toccasana per la salute cardiaca. Grazie all’apporto di potassio tengono sotto controllo i livelli della pressione sanguigna e sono privi di grassi saturi e colesterolo. Pertanto, possono essere mangiati anche da coloro che di norma hanno il colesterolo alto.

Ovviamente, è bene non esagerare con le quantità. Bisognerebbe limitarsi a consumare un cachi al massimo al giorno, in condizioni di salute ‘normali’. Questo perché contiene una significativa quantità di zuccheri, che potrebbe incidere sull’apporto calorico giornaliero. Motivo per cui le persone con diabete o con problemi di controllo della glicemia dovrebbero stare molo attente.

I cachi, inoltre, possono causare allergie o alterazioni in presenza di particolari farmaci. In ultimo, occorre tener presente il loro effetto astringente e che potrebbe causare ulteriori problemi intestinali a coloro che soffrono di intestino irritabile o Morbo di Crohn. In caso di dubbi è sempre consigliato consultare il proprio medico di fiducia.

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