Come te nessuno May

Di Alessia Maria Di Biase.

La maratona elettorale porta sempre con se, nel bene o nel male, delle sorprese .Lo è stato in America, con la vittoria inaspettata (dicono gli americani) di Trump, così come non si credeva nella sconfitta della May, premier Inglese che però non si arrende e tenta in tutti i modi di restare a galla.

Il popolo inglese ancora una volta si divide tra quella parte che non voleva uscire dall’Europa e quelli che invece hanno tentato fino all’ultimo di rimanere.

Ma le sorprese non hanno risparmiato neppure l’Italia e nessuno dei Comuni coinvolti in queste elezioni .

Arrivati alle luci dell’alba, rinfrescata la memoria e fatti bene i calcoli, per qualcuno i conti non tornano o, per essere più precisi, si vorrebbe che non tornassero.

Nelle grandi battaglie ci sono sempre vincitori e vinti, e oggi, deposte le armi di guerra, gli sconfitti, seppur con cuore infranto cercano invano di darsi coraggio e si interrogano sulle probabili cause del risultato: coalizioni improvvisate, nomi riempi lista inappropriati, programmi elettorali effimeri, progetti irrealizzabili, promesse impossibili, hanno determinato l’elettore a scegliere un risultato generale che non è piaciuto a chi si è affacciato per la prima volta alla politica o a chi, con fatica e convinto entusiasmo ci ha ritentato.

E allora ecco, che la responsabilità del declino passa automaticamente dai bravi oratori ai cattivi elettori, che subiscono l’affondo di quelle forze politiche che, non trovando più la bussola per tornare a casa, cercano consolazione nell’assunto che vede il popolo sovrano sulla carta ma schiavo della lista.

Così, tra numeri, conti, voti e tabelle, si consuma un’altra lunga storia d’amore tra candidati ed elettori durata un’intera campagna elettorale.

Se è vero (come è vero) che il pensiero dell’elettorato non è sempre di agile comprensione , allo stesso modo, è altrettanto vero che anche le proposte dei candidati non sempre appaiono così nuove, diverse, autentiche e pertanto meritevoli di apprezzamento.

Non c’è dubbio, che una parte del paese è reticente al cambiamento, alla novità, che la scelta del candidato sia legata ai fattori più vari tuttavia, se si vuole convincere l’elettore a sposare il cambiamento, bisogna pur proporglielo!

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