Nei giorni scorsi l’Autorità Giudiziaria Brasiliana ha concesso l’estradizione in Italia nei confronti di Massimo Iacozza, classe 1977, arrestato in Brasile nel 2021 a seguito di un periodo di latitanza di 4 anni.
I fatti; nell’anno 2021 Massimo Iacozza, allora latitante, venne arrestato a seguito di un’intensa attività investigativa, condotta dalla Polizia di Stato e dalla Polizia Federale Brasiliana.
L’indagine, diretta dal Sostituto Procuratore Generale Roberto Cavallone sotto il coordinamento della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma, era stata portata avanti da un pool di agenti della sezione Antidroga della Squadra Mobile di Latina e della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Fondi, unitamente al personale specializzato del Servizio Centrale Operativo.
Tra i mesi di ottobre e novembre 2019 gli investigatori, anche attraverso le attività di intercettazione telefonica ed ambientale, avevano dato inizio alle ricerche finalizzate alla cattura dello Iacozza, per l’esecuzione di una sentenza che lo condannava a una pena detentiva di circa 9 anni per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Le risultanze investigative avevano confermato che il ricercato aveva lasciato il territorio nazionale allontanandosi definitivamente dalla città di Fondi, di cui era originario.
I successivi approfondimenti avevano permesso a distanza di un anno, di localizzare lo Iacozza in Brasile, dove lo stesso si era perfettamente integrato utilizzando false generalità e svolgendo lavori per un’impresa di costruzioni gestita da alcuni suoi concittadini. Nonostante le difficoltà imposte dalla emergenza sanitaria dovute alla pandemia, le indagini permisero di localizzare il latitante nella periferia della città di San Paolo, dove nel 2021 venne catturato e ristretto in carcere.
A seguito della concessa estradizione, lo scorso 13 maggio lo Iacozza è stato prelevato dal personale dello S.C.I.P. INTERPOL di Roma e trasferito in aereo da San Paolo a Roma, ove è stato consegnato al personale della Polizia di Frontiera dell’aeroporto di Fiumicino, che dopo le formalità di rito, lo ha tradotto presso il Carcere di Viterbo, dove dovrà scontare la sua pena.
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