Sulla questione delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico ricreative, il caos normativo sta spingendo ciascun comune costiero italiano ad agire come meglio crede ed è evidente la difformità delle decisioni.
Ci sono comuni che hanno deciso di bandire la gara per l’assegnazione delle concessioni non appena i tempi lo consentiranno, applicando la direttiva Bolkestein e quanto disposto dal decreto Rilancio, altri hanno prorogato le stesse concessioni al 2033 applicando quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019.
Altri ancora hanno deciso una proroga di un anno. Nel mezzo ci sono numerose pronunce dei TAR e del Consiglio di Stato a sostegno dell’estensione delle concessioni demaniali al 2033.
I Comuni, dovrebbero essere vincolati al rispetto delle leggi dello Stato, a partire proprio dalla legge 145/2018 che estende le concessioni al 2033.
È da sottolineare inoltre l’orientamento dei TAR che hanno considerato che il principio di trasparenza e pubblicità viene rispettato anche solo mediante la pubblicazione delle domande di rinnovo, senza indire gare pubbliche, stabilendo che è data preferenza alle precedenti concessioni, già rilasciate, in sede di rinnovo rispetto alle nuove istanze.
È evidente però che lo Stato stesso non ha fatto molto affinché le sue stesse leggi siano rispettate. Per risolvere questo caos, ho presentato un’interrogazione ai ministri De Micheli, Franceschini e Amendola affinché indichino chiaramente una tempistica entro cui intendano intervenire facendo chiarezza in modo definitivo.
Questa confusione normativa sta danneggiando un comparto che ha dato lustro e prestigio all’Italia e al settore turistico.
Il Governo non può perdere tempo, bisogna dare immediatamente risposte ai titolari di concessioni demaniali con finalità turistico ricreative, che non sanno che ne sarà delle loro stesse attività. Non possono essere loro a pagare le conseguenze di una tale caos, anzi, soprattutto in un periodo di crisi come quella grave causata dalla pandemia, hanno bisogno di certezze.
Ai ministri ho anche chiesto di dire con quali tesi risponderanno alla diffida arrivata dalla Commissione Europea nei confronti dell’Italia, con la quale è stato intimato di non procedere con il rinnovo automatico delle concessioni.
Ritengo sia importante conoscere gli argomenti delle controdeduzioni, così da capire qual è l’orientamento del governo sul tema. Auspico che l’esecutivo abbia un minimo di sensibilità e che difenda gli operatori italiani, facendo in modo che le nostre spiagge non diventino ennesima occasione di shopping per imprese estere.
Lo dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini
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