Probabilmente aveva subito un sovraccarico di lavoro e si era forse surriscaldato. Fatto sta che, alle 05,40 di venerdi mattina, 17 luglio, un condizionatore d’aria, posizionato al piano terra di una palazzina di via Urbano Rattazzi, nei cui pressi sorge la caserma dei Carabinieri ha subìto un corto circuito, seguìto da un boato che è stato sentito dagli abitanti del vicinato e ha cominciato a prendere fuoco. In un baleno sono giunti sul posto una pattuglia dei militari dell’Arma e una squadra dei volontari della Protezione Civile “Falchi-Pronto Intervento” del presidente Mario Marino, i quali hanno subito affrontato ‘emergenza nell’attesa che da Gaeta giungesse la squadra 5 A dei Vigili del Fuoco.
Infatti, oltre alle fiamme, il cortocircuito aveva fatto innalzare nel cielo una colonna di fumo nero il cui maleodorante olezzo si era diffuso nella popolosa zona.
Bloccato l’incendio e bonificato il luogo del pericoloso contrattempo, verso le 07,00 gli operatori hanno lasciato il posto, dopo aver tranquillizzato gli abitanti della palazzina sulla ritrovata normalità della situazione. A tal proposito, proprio per l’eccezionale fenomeno della insopportabile calura africana, anche come consigliato sul quotidiano IL TEMPO in un’apposita rubrica dedicata al’intelligente utilizzo di questi apparecchi, sarebbe opportuno non sovraccaricare di lavoro la struttura refrigerante, sia per evitare che l’accumulo di calore sprigionato dal condizionatore vada ad aggiungersi a quello che proviene dalle latitudini sahariane, sia per scongiurare critici black out nel servizio di distribuzione dell’energia elettrica. Buon senso vorrebbe, invece, che si affronti l’emergenza sahariana con l’opportuna chiusura, di giorno, di finestre e balconi, facendo ricorso a periodiche bagnature del fisico, evitando l’inflazionato uso delle autovetture e limitando al minimo l’assunzione di sostanze alcoliche e di cibi che riscaldano l’organismo. Prevenire e far ricorso ai collaudati e genuini metodi di un tempo, secondo gli addetti ai lavori, non fa mai male. Lo diceva anche Rousseau!