“Nel tempo – spiega -, la società è stata usata come clava da alcune forze politiche. Da un lato per seminare clientele e assicurare carriere politiche (tutti ricordiamo gli stipendi da centinaia di migliaia di euro assegnati ai componenti del cda), dall’altro per celebrare il trionfo di una visione privatistico-speculativa che trova il suo ideale compimento nella pratica del distacco agli utenti morosi, quelli che, complice la crisi, non hanno i soldi per pagare. Queste argomentazioni non sono una novità per l’amministrazione comunale di Formia. Abbiamo contrastato e denunciato tali misure nelle sedi competenti: la conferenza dei sindaci e l’assemblea dei soci. Abbiamo votato contro gli aumenti delle tariffe, i conguagli, il deposito cauzionale. Non è bastato il nostro voto, né quello degli altri Comuni che hanno sposato la nostra battaglia: la maggioranza dei sindaci, tutti afferenti all’area del centrodestra, hanno continuato a sostenere il sistema Acqualatina. Le responsabilità sono politiche e pertanto a commercianti e albergatori diciamo che tendiamo loro le braccia perché comprendiamo il disagio che vivono in questo momento ma non accettiamo che tutti siano posti sullo stesso piano”.
“Ciò non toglie – prosegue il Sindaco Sandro Bartolomeo – che a noi spetti comunque il dovere di trovare soluzioni. Il problema è strutturale: la causa di questi fenomeni è la presenza dei privati nella gestione dell’acqua. Nell’ottobre 2013 il Consiglio Comunale di Formia si è già espresso a favore della ripubblicizzazione del servizio. Nell’aprile 2014 è poi arrivata l’approvazione della legge regionale che è in fase di attuazione. Se dunque il processo di lungo termine è stato avviato e siamo convinti che col supporto della Regione e di tutti gli altri Comuni che vi hanno aderito riusciremo a portarlo a termine, dobbiamo impegnarci a trovare soluzioni immediate per fronteggiare l’emergenza. Ai Servizi Sociali arrivano sempre più richieste di contributi per il pagamento delle tariffe dell’acqua. Aumentano i distacchi dei contatori, per non parlare delle imprese in difficoltà. Mi è stato chiesto di firmare un’ordinanza per garantire i riallacci ma non è lo strumento giuridico adeguato, come testimonia la sentenza n. 1204 del 2013 emessa dal Tar della Puglia, seguita poi da altri tribunali amministrativi. Noi non vogliamo interventi di facciata, né speculare politicamente sulla pelle della gente. Vogliamo adottare provvedimenti che abbiano un senso ed una reale applicazione. Siamo aperti a collaborare con la società civile – associazioni consumatori, sindacati – per trovare strumenti organizzativi che siano davvero utili alle persone. Proprio per avviare una discussione fondata – conclude il primo cittadino – chiederò che sul tema torni a riunirsi il Consiglio Comunale”.
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