Prosegue la campagna di controllo da parte dei Carabinieri NAS sul rispetto dell’obbligo del green
pass per l’accesso a determinate categorie di attività e servizi, rivolgendo le verifiche anche
all’obbligo del possesso per i lavoratori, introdotto dallo scorso 15 ottobre.
Ad oggi, sono state ispezionate oltre 12 mila attività ed esercizi, contestando 778 violazioni
all’obbligo del green pass, delle quali 428 a datori di lavoro e titolari di attività commerciali ed
erogazione di servizi oggetto di obbligo di certificazione COVID come ristoranti e bar, sale
scommesse, palestre e centri estetici e massaggio, ritenuti responsabili di omessa verifica del green
pass. Ulteriori 350 sanzioni sono state applicate nei confronti dei clienti e utenti, mentre 68 sono
state contestate a dipendenti impegnati in attività lavorative sebbene privi di certificato verde.
Gli esiti delle ispezioni dei NAS evidenziano che 497 sanzioni (pari al 64% complessivo) sono
state rilevate presso strutture di somministrazione di alimenti e bevande, quali ristoranti, pizzerie e
bar, delle quali 93 hanno interessato il mancato controllo/possesso del green pass da parte degli
operatori delle attività; ulteriori 108 (14%) sono state contestate presso sale scommesse, sale gioco
e attività ricreative, 91 (12%) presso palestre e piscine, nonché 57 (7%) nell’ambito dei servizi di
estetica e centri massaggio, per un valore complessivo di oltre 312 mila euro di sanzioni
amministrative.
Gli interventi dei NAS hanno riguardato anche la corretta applicazione delle restanti misure di
contenimento alla diffusione epidemica, contestando ulteriori 430 violazioni dovute
all’inosservanza circa le operazioni di sanificazione, l’uso delle mascherine, le informazioni agli
utenti e agli stessi dipendenti sulle norme di comportamento e di distanziamento. Sono stati emessi
anche provvedimenti di chiusura temporanea da uno a cinque giorni nei confronti di 25 attività.
Le attività di controllo hanno interessato anche le farmacie e gli ambulatori di analisi per verificare
la corretta attuazione delle disposizioni relative alle modalità di esecuzione dei testi rapidi e dei
tamponi per la ricerca del COVID-19. Al riguardo sono state ispezionate 1.200 strutture
sanzionando, anche penalmente, 42 gestori per aver condotto l’attività diagnostica in difformità alle
norme ed ai protocolli d’intesa, con locali non idonei e/o non autorizzati, l’omesso utilizzo di
dispositivi di protezione individuale, l’applicazione di prezzi dei test superiori a quelli calmierati,
nonché l’omessa alimentazione della banca dati sanitaria usata per la tracciatura dei contagi.
Degli 82 controlli nella provincia pontina i NAS di Latina hanno contestato 17 violazioni amministrative per mancanza green pass e mancata attuazione delle misure di contenimento per la diffusione da COVID 19, per un totale di euro 7.600, e 3 violazioni penali per mancanza DVR (Documento Valutazione Dei Rischi).
Nella provincia ciociara dai 48 controlli effettuati sono emerse 4 violazioni amministrative per mancanza green pass e mancata attuazione delle misure di contenimento per la difussione da COVID 19, per euro 1.600. In particolare, presso un laboratorio di analisi cliniche della provincia di Frosinone, è stato accertato l’effettuazione di tamponi antigeni covid-19 in assenza di autorizzazione della Regione Lazio. Per tale violazione amministrativa il responsabile della suddetta struttura è stato sanzionato con una contravvenzione dell’importo pari ad euro 10.000.