Si é conclusa la settimana scorsa con 25 sequestri penali una vasta operazione di controllo del comando provinciale del corpo forestale dello stato di latina sui frantoi oleari, in particolar modo sugli aspetti inerenti il regime delle autorizzazioni e delle acque di vegetazione. L’attività é stata svolta da personale dello stesso comando, di tutti i comandi presenti sul territorio, da personale del nucleo operativo speciale di cerasella e della scuola del corpo forestale dello stato di sabaudia, in continua e costante sinergia l’uno con l’altro.
Nel primo periodo, che ha riguardato il primo trimestre di quest’anno, l’attività é stata suddivisa sulla base del numero di frantoi presenti sul territorio in tre grandi fasi. La prima ha riguardato i territori di priverno, maenza, sonnino, roccagorga e prossedi. La seconda fase si é incentrata sul controllo dei frantoi siti in territorio di cori, roccamassima e norma. La terza fase ha coinvolto il personale nell’attività operativa nei comuni di fondi, itri, lenola, spigno saturnia, minturno e santi cosma e damiano. Per ogni fase é stata coinvolta una forza operativa di circa 40 unità, divisi in pattuglie di tre unità.
A questa serie di interventi, superata la stagione estiva, si sono ripresi i controlli su quelle aziende che non erano risultate attive durante il primo sopralluogo; teatro di questi ultimi controlli sono state le zone di cisterna, minturno e santi cosma e damiano. Nel dettaglio l’attività ha portato al controllo di 50 frantoi, all’elevazione di 29 notizie di reato e a effettuare 25 sequestri penali. È risultata irregolare la maggior parte dei frantoi, con riferimento alle modalità di smaltimento delle acque di vegetazione, spesso impropriamente convogliate insieme ad altre tipologie di acque, come quelle di lavaggio dei locali e quelle di prima pioggia.
Sono stati ispezionati anche i pozzetti di scarico, che in diverse occasioni sono stati oggetto di prelevamento di campioni, sottoposti, successivamente, all’esame dell’arpa lazio, sezione di latina. In alcune occasioni si é riscontrato che, nei pozzetti di scarico, venivano convogliate le acque di lavaggio delle olive senza preventivo trattamento e senza la prescritta autorizzazione allo scarico di pubblica fognatura. In altri casi si é riscontrato anche lo sversamento e smaltimento illecito del percolato delle sanse e dei residui della decantazione delle acque di lavaggio delle olive, in violazione delle disposizioni previste dall’articolo 192 del testo unico ambientale.
Altre situazioni hanno portato a verificare come il sistema di scarichi delle acque reflue industriali dell’azienda veniva manomesso, con l’inserimento di illeciti punti d’immissione delle stesse acque di vegetazione, nell’ambito della rete di raccolta delle acque meteoriche determinando, in tal modo, uno smaltimento illecito tramite sversamento di rifiuti allo stato liquido sul suolo e nelle acque superficiali. Gli esiti analitici dei campioni prelevati nei pozzetti situati all’interno dei locali dei frantoi hanno evidenziato, infatti, un superamento dei parametri fisico-chimici fissati dal testo unico ambientale per lo scarico in rete fognaria. Si tratta soprattutto di reflui da avviare ad idonei processi di depurazione, ovvero allo smaltimento come rifiuto liquido.
Le ipotesi di reato sollevate dal personale cfs hanno spaziato dallo scarico senza autorizzazione all’abbandono o deposito in modo incontrollato di rifiuti allo smaltimento di rifiuti liquidi.