Con questo accordo i tuoi soldi e i tuoi beni saranno al sicuro anche in caso di convivenza: pochi lo sanno.
Scegliere di convivere con il proprio partner è un passo importante, tanto quando quello di sposarsi. Molte coppie, oggi, preferiscono vivere insieme senza legarsi civilmente ma poche di queste sanno in che modo è possibile tutelarsi in caso di tale passo. I conviventi, a tutti gli effetti, condividono non solo la vita, ma anche beni e denaro: ecco l’accordo che li mette al sicuro in ogni eventualità.
Il lato romantico del vivere con qualcuno, spesso, ci porta a dimenticare o sottovalutare aspetti più pratici come, per l’appunto, la parte economica. Che, come ormai ben sapremo, riveste invece un ruolo fondamentale nelle nostre vite. Ecco, dunque, perché è bene essere informati riguardo ad una possibilità ben precisa che può tutelare noi e l’altro.
Forse non tutti sanno che anche i conviventi possono stabilire in modo chiaro, preciso e legale il proprio assetto patrimoniale. Cosa significa? Che possono sancire un contratto a norma di legge, che prende il nome di contratto di convivenza, volto a disciplinare proprio tale aspetto. Come spiega la legge 76 del 2016 ai commi 50 e seguenti: “I conviventi di fatto possono disciplinare i rapporti patrimoniali relativi alla loro vita in comune con la sottoscrizione di un contratto di convivenza“. Per poter stipulare tale contratto, è necessario, ovviamente, rispettare dei requisiti ben precisi.
In primo luogo, essere, appunto, conviventi, non coniugati, non uniti civilmente, non legati da rapporti di parentela e, ancora, non impegnati in un altro contratto di convivenza. Inoltre, devono essere maggiorenni, non interdetti e impegnati uniti stabilmente da una relazione d’affetto, sostegno e assistenza reciproca.
Tramite tale contratto, dunque, i conviventi potranno scegliere e stabile l’assetto patrimoniale della coppia, che potrà essere sia di comunione legale (come la comunione dei beni per i coniugi) sia di separazione legale. Gli interessati hanno, ovviamente, la facoltà di modificare le convenzioni in ordine al regime patrimoniale stabilito in qualsiasi momento.
I contratti di convivenza, inoltre, non devono necessariamente rivestire la forma notarile, ma possono essere in scrittura autenticata da notai o avvocati. La forma notarile, però, sarà necessaria laddove vi sia il trasferimento di diritti reali immobili. Allo stesso tempo, gli interessati possono recedere, anche unilateralmente, il contratto di convivenza tramite dichiarazione resa sempre all’avvocato o al notaio.
Il motivo per il quale due persone dovrebbero scegliere di stipulare un simile tipo di contratto è ben chiaro: tutelare i propri beni e averi, i propri immobili, sia durante la convivenza che dopo. A tal proposito, un’importanza a parte va data ad un eventuale abitazione che la coppia di conviventi decidono di acquistare.
In questo caso, se l’abitazione risultasse cointestata da entrambi i partner, entrambi avranno pari diritti sulla stessa. Al momento del rogito all’atto di acquisto, dovrà essere presente un notaio ed entrambi gli interessati cui l’immobile dovrà essere intestato. Questo anche se il mutuo fosse intestato ad uno solo dei due e la coppia risultasse non sposata.
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